Curare il disturbo da gioco d'azzardo – Di Nadia Clementi
Federico Benuzzi: «La scienza e l'arte al servizio della Lotta alla Ludopatia»
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Il gioco d'azzardo è un problema sociale diffuso che può avere conseguenze devastanti sulla vita delle persone e delle loro famiglie. In Italia, si stima che circa un milione di persone soffrano di ludopatia, una forma di dipendenza patologica dal gioco d'azzardo.
Per affrontare questo tema complesso e delicato, abbiamo avuto il piacere di intervistare
Federico Benuzzi, divulgatore scientifico, docente, artista e profondo conoscitore delle dinamiche che alimentano la dipendenza dal gioco. (https://www.federicobenuzzi.com/chi/)
Attraverso i suoi spettacoli «Il Metodo Infallibile» e «L'azzardo del giocoliere», Benuzzi adotta un approccio unico, combinando rigore scientifico e intrattenimento per svelare i meccanismi matematici che si celano dietro il gioco d'azzardo e smantellare i miti che lo circondano.
La sua conferenza-spettacolo non si limita a fornire dati e statistiche, ma offre una prospettiva coinvolgente e accessibile, capace di stimolare riflessione e consapevolezza.
Grazie alla sua esperienza e al suo linguaggio chiaro, Benuzzi affronta le insidie del gioco d'azzardo, mettendo in luce le distorsioni cognitive e i fattori ambientali che alimentano la dipendenza.
Spiega le cause della ludopatia, i suoi effetti devastanti sulla vita delle persone e le possibili strategie di trattamento, con un focus particolare sul ruolo cruciale dell'educazione e della conoscenza matematica come strumenti di prevenzione.
Il suo percorso attraverso la matematica del gioco d'azzardo aiuta a comprendere come probabilità e statistiche possano essere utilizzate per contrastare la ludopatia.
Prof. Benuzzi cosa l'ha spinta a creare uno spettacolo che combina matematica e gioco d'azzardo?
«Onestamente? In breve, mi hanno pagato. Più lungamente, la storia è questa: Piergiorgio Odifreddi, dopo avermi visto sul palco, mi disse:“Benuzzi, dovrebbe farlo per vivere.
«Che è come se Sinner le consigliasse di giocare a tennis: non varrebbe la pena provarci? Fu così che presi il part time a scuola, aprii partita iva e intrapresi il percorso di formazione teatrale (2 anni, 6 ore al giorno, 5 giorni a settimana: accademia, non corso); stavo trasformando la divulgazione in un mestiere, quando, dopo una replica di Fisica sognante (conferenza-spettacolo dove spiego la meccanica tramite la giocoleria e viceversa) mi contattarono dall’AUSL di Monza: Le va di lavorare con le stesse dinamiche teatrali sulla ludopatia?
«Che colpo di Tetris! Poi però, approfondendo il tema, capii il grande potere che abbiamo noi divulgatori: parliamo con migliaia di persone diverse, ogni settimana. E da grandi poteri discendono…
«E così da allora ho scelto che ogni mio lavoro doveva parlare di temi civici: cambiamenti climatici, bufale scientifiche, raccolta differenziata, sicurezza sul lavoro… Avrei pronta una conferenza sulla fisica dei supereroi e, sono convinto, sarebbe molto POP, ma quale il messaggio politico? Ben Parker non basta. L’obiettivo del mio lavoro non è diventare famoso: non ci sputerei sopra, chiaro, ma l’obiettivo principale è passare messaggi.»
Potrebbe spiegarci, in termini semplici, come la matematica può aiutare a comprendere e contrastare la ludopatia?
«C’è uno studio OCSE che rivela come l’impegno economico (quanto percentualmente spende il cittadino quadratico medio di un dato paese in gioco d’azzardo rispetto allo stipendio) cala linearmente con le competenze logico-matematiche! Traduco: più ne sai di matematica, meno facilmente cadrai nelle grinfie del Gioco d’Azzardo Patologico (per gli amici GAP).
«Quando quindi vi danno un esercizio sui numeri primi – e lo dico da matematico: chi se ne frega dei numeri primi! – ci si deve costringere a lavorarci su, perché studiando quelle cose sviluppiamo gli anticorpi contro una potenziale dipendenza. La matematica è un vaccino contro il GAP.»
Quali sono i principali miti sul gioco d'azzardo che cerca di sfatare attraverso i suoi spettacoli?
«Si parla di numeri ritardatari, quasi vittorie, metodi infallibili, fallacia dello scommettitore e BIAS cognitivi in genere, più tutte le dinamiche dei diversi giochi: gratta e vinci, lotterie, roulette, poker, scommesse sportive, video-slot…
«Non voglio ovviamente insegnare nulla, ma, attraverso la matematica, svelare e rivelare dove è il trucco, denunciare il problema, mettere un warning, spingere per una partecipazione alla Gaber, proporre alternative e, perché no, presentare la matematica in un modo un po’ diverso dal solito.»
Quali sono, a suo avviso, le principali cause della ludopatia nella società contemporanea?
«Eh… ci si potrebbe scrivere un libro… toh! L’ho fatto. Battute a parte, il discorso sarebbe lungo e complesso: parte da dinamiche familiari e gruppi dei pari, passa attraverso la superstizione e la scarsa cultura, per arrivare alla società che presenta lo scommettere come una possibilità di arricchimento concreta, mentre non lascia intravvedere tante altre possibilità ai giovani d’oggi, e si potrebbe aggiungere la situazione economica precaria, come è percepito precario il futuro, ma, su tutto, metterei che nel giocare la gente prova piacere. Ed è quella sensazione – facile, positiva, evolutivamente desiderabile – che si va a cercare, scommettendo.»
Quali strategie di prevenzione ritiene più efficaci, soprattutto tra i giovani?
«Riempirsi la vita di cose: sport, amici, libri, scuola, amore. Spegnere il cellulare e andare a fare una bella passeggiata. Dedicarsi alla fotografia, alla scrittura, alla pittura… In due parole: dare sostanza al tempo. Nel gioco d’azzardo provi brividi facili ma privi di senso. Più giochi, più perdi. Nel mondo che prospetto, ogni piccolo risultato ottenuto da senso al tempo passato: e quando il tempo prende senso, quando la vita diventa piena, potresti scoprirti felice.»
Quale messaggio vuole mandare a chi è caduto nel tunnel del gioco d'azzardo patologico?
«È una malattia subdola, una dipendenza senza sostanza (esistono i cerotti alla nicotina, non alle fiches): se volete uscirne (e volerlo è il primo, necessario passo) chiedete aiuto. Professionisti del SERD, psicologi e gruppi di auto aiuto possono fare la differenza.»
Nadia Clementi - [email protected]
Contatti:
www.federicobenuzzi.com
https://www.federicobenuzzi.com/divulgazione/il-metodo-infallibile/