Festival dell’Economia, l'intervista a Marco Tronchetti Provera

«Viviamo un tempo in cui possiamo affrontare il presente per costruire il futuro, ma manca una visione strategica europea»

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«Viviamo un tempo in cui possiamo affrontare il presente per costruire il futuro, ma manca una visione strategica europea.»
Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo della Pirelli, in un'intervista realizzata da Giuseppe De Bellis, direttore di SkyTg24 e proiettata oggi in piazza Battisti nell'ambito del Festival dell'Economia, ha analizzato le principali questioni internazionali, focalizzandosi in particolare sul difficile momento che sta vivendo l'Europa.
 
«La governance europea – ha detto – non è adatta a gestire l'allargamento a 27 Paesi. Questo assetto non permette all'Unione europea di prendere decisioni strategiche, ad esempio in politica estera.
«Il progetto originario si è perso. Noi dobbiamo trovare un'identità per l'Europa e per farlo occorre cambiare.»
Parlando della guerra in Ucraina Provera ha evidenziato come in tre anni non si sia mai sentita la parola «pace».
«E questo è una responsabilità dell'Europa e dell'Amministrazione Biden.»
 
«Al momento – parlando dei temi economici – non vedo ancora un atteggiamento collaborativo con l'industria da parte della Commissione europea per costruire un futuro di competitività.
«Non vedo una relazione fra il mondo economico e Bruxelles per costruire un'Europa diversa da quella che abbiamo visto finora.
«Vedo solo lo sviluppo di normative che nulla hanno a che vedere con la competitività dell'industria. Il tema principale è quello di individuare una visione strategica europea unica che ci permetta di contrapporci a USA e Cina.»
 
«Su questo – ha aggiunto – l'Italia ha assunto una posizione di ragionevolezza, cercando un punto di incontro all'interno dell'Occidente.
«Mi piacerebbe ci fosse un po' più di sintonia, in Parlamento, per lo meno in politica estera.
«In Europa, dove ci sono grandi eccellenze – ha concluso Provera – dobbiamo continuare a fare le cose che sappiamo fare e non farle declinare per ragioni politiche.»