Il 16 giugno 1915 fa gli Alpini conquistarono il Monte Nero
Fu una battaglia che gli stessi Austro ungarici definirono «un colpo da maestro», ma che portò alla morte di 5.287 soldati di entrambe le parti – Il testo della canzone

Cartolina emessa a memoria della conquista del Monte Nero. Sotto, una foto dell'epoca.
Tecnicamente la conquista del Monte Nero fa parte della Prima Battaglia dell’Isonzo, anche se questa fu combattuta dal 23 giugno al 7 luglio.
Ma poiché era importante disporre di contrafforti sulla riva sinistra dell’Isonzo, venne dato il via ad alcune operazioni, tra le quali appunto la conquista del Monte Nero.
La conquista da parte delle truppe italiane avvenne il 16 giugno 1915.
Il Museo Nazionale Storico degli Alpini riporta che l'azione fu compiuta da un gruppo di alpini guidati dal capitano Vincenzo Arbarello, che con un'audace manovra notturna riuscirono a sorprendere e conquistare la vetta, precedentemente presidiata da truppe austro-ungariche.
La sua conquista fu un'importante azione militare che ottenne grande risalto e prestigio per le truppe alpine italiane.
Il Monte Nero (m. 2245) è la montagna più alta del bastione che si erge sulla sinistra del fiume Isonzo e che, dalla conca di Plezzo, per le successive vette dei monti Rosso, Sleme, Mrzli e Vodil, digrada nella conca di Tolmino.
Le truppe italiane, subito dopo aver varcato il confine (24 maggio 1915) e passato l’Isonzo nella conca di Caporetto, risalirono le prime pendici del Monte Nero espugnando l’intero contrafforte Vrsic-Vrata.
La conquista del monte però s’imponeva per dar sicurezza alle nostre posizioni sulla sinistra dell’Isonzo e per lo sviluppo della manovra verso Tolmino.
L’attacco fu ordinato dal generale Donato Etna, comandante dei due gruppi alpini A e B (della 2ª armata) operanti nella zona, per la notte sul 16 giugno; esso doveva esser condotto di sorpresa.
Truppe alpine del gruppo A dovevano muovere dal Kozliàk, e reparti del gruppo B dal Vrata.
L’incarico dell’attacco dal Vrata fu affidato alla 35ª compagnia del battaglione Susa, comandata dal capitano Vittorio Varese. Dell’attacco dal Kozliàk, fu incaricata l’84ª compagnia del battaglione Exilles, comandata dal capitano Vincenzo Arbarello, mentre un’altra compagnia di questo stesso battaglione (la 31ª), al comando del capitano Rosso, doveva puntare sulla destra dell’84ª, verso la sella fra monte Nero e monte Rosso.
L’azione riuscì perfettamente. La colonna del capitano Arbarello, mossa dal Kozliàk alla mezzanotte, prima dell’alba raggiungeva la sommità del monte e, piombata di sorpresa sui difensori, li travolgeva alla baionetta, parte uccidendoli, parte volgendoli in fuga, parte facendoli prigionieri.
Parimenti fortunata volgeva l’azione dalla parte del Vrata, dove gli alpini del Susa, irrompendo altrettanto inattesi nelle trincee avversarie, costringevano quasi tutto il presidio austriaco alla resa (oltre 200 uomini con 12 ufficiali).
La conquista del Monte Nero, così rapida e travolgente, fu definita dagli stessi austriaci «un colpo da maestro», e rimase sempre, per tutta il conflitto, uno degli esempi più luminosi e gloriosi di guerra alpina.
Per essa i battaglioni Susa ed Exilles ebbero la medaglia d’argento al valore militare; il capitano Vittorio Varese (morto poco più tardi di malattia) la medaglia d’oro, e il capitano Arbarello (travolto nell’aprile del 1917 da una valanga, in Carnia) la croce di cavaliere dell’O. M. S.
La conquista del Monte Nero comportò perdite significative per entrambi gli schieramenti, sebbene le cifre precise varino a seconda delle fonti.
Le fonti indicano che le perdite totali italiane nella zona del Monte Nero, durante la conquista, ammontarono a diverse migliaia di uomini. Alcune fonti parlano di circa 2.658 soldati e 129 ufficiali italiani morti o dispersi, oltre a 21.140 feriti e dispersi
Le perdite austro-ungariche furono anch'esse significative, con stime che parlano di circa 2.500 morti, 12.500 feriti e 4.500 prigionieri.
In sintesi, la conquista del Monte Nero fu un'operazione molto sanguinosa, che causò la perdita di migliaia di vite umane da entrambe le parti, anche se i numeri esatti possono variare a seconda delle fonti e delle diverse interpretazioni.
GdM
Di seguito il testo della canzone «Monte Nero»
Spunta l'alba del quindici giugno comincia il fuoco l'artiglieria Il Terzo Alpini è sulla via Monte Nero a conquistar Monte Nero monte rosso traditor della vita mia ho lasciato la mamma mia per venirti a conquistar Per venirti a conquistare ho perduto tanti compagni tutti giovani sui vent'anni la lor vita non torna più Colonnello che piangeva a veder tanto macello fatti coraggio Alpino bello che l'onore sarà per te Arrivati a trenta metri dal costone trincerato con assalto disperato il nemico fu prigionier | Ma Francesco l'Imperatore sugli Alpini mise la taglia egli premia con la medaglia e trecento corone d'or Chi gli porta un prigioniero di quest'arma valorosa che con forza baldanzosa fa sgomenti i suoi soldà Ma l'alpino non è un vile tal da darsi prigioniero preferisce di morire che di darsi allo stranier O Italia vai gloriosa di quest'arma valorosa che combatte senza posa per la gloria e la libertà Bella Italia devi esser fiera dei tuoi baldi e fieri Alpini che ti dànno i tuoi confini ricacciando lo stranier | |
---|---|---|