Il Festival dell’Economia al femminile – Di Luciana Grillo

«Tu come stai? – Il genere femminile tra biologia e luoghi comuni».

Daniela Larentis, Francesca Dallapè e Luciana Grillo.

Il programma di questo Festival è sempre molto denso, con interventi di Premi Nobel e Politici, Economisti di fama, Giornalisti frequentatori di tv. È anche difficile scegliere dove andare, perché spesso, alla stessa ora, ci sono incontri interessanti.
Ho sempre scelto chi ascoltare, ho privilegiato gli argomenti che hanno a che fare con il mondo delle donne e quest’anno sono più che mai convinta della mia scelta, perché ho partecipato a una sorta di tavola rotonda che si è tenuta alla Camera di Commercio e che aveva un titolo intrigante: «Tu come stai? – Il genere femminile tra biologia e luoghi comuni».
 
A moderare l’incontro è stata invitata Nicoletta Carbone, di Radio 24 e Il Sole 24 Ore; come relatrici, Francesca Dallapé, tuffatrice olimpionica e commentatrice di Sky, e Veronica Marinelli, psicologa e psicoterapeuta; come relatore, Moreno De Rossi, psichiatra.
Carbone ha rivolto varie domande, prima a Francesca Dallapé – che ha ammesso la sua ostinata ricerca di benessere e salute mentale, nonché un perdurante senso di inadeguatezza come donna, come madre, come sportiva – poi a Moreno De Rossi – che ha sottolineato la diversità fra l’essere triste e il sentirsi spenta, condizioni di cui spesso le donne sono vittime.
 
Ciò che fa la differenza, è l’intensità di queste situazioni che, se inducono sofferenza, possono compromettere il benessere e il senso di autonomia, a volte conquistato a fatica.
Marinelli dipinge il ritratto della donna «tipica», che deve occuparsi di casa, figli, anziani, lavoro senza fermarsi mai, che deve tener duro anche se è faticoso.
E che, se non realizza il suo programma, se non risponde alle aspettative (sue e degli altri), si sente inadeguata e prova senso di colpa.
Carbone propone cinque domande, a cui possono rispondere sia relatrici e relatore che il pubblico. Il focus è: «Come stai…davvero?».
 
De Rossi ricorda che tutti e tutte risentiamo dell’educazione che riceviamo fin da bambini, ne risente anche il cervello che si plasma…non è un caso se negli uomini è più diffuso l’autismo e nelle donne il morbo di Alzheimer: la donna è comunque più vulnerabile.
Dallapé ha parlato di sé con sincerità, ha raccontato di aver affrontato sfide emotive, di essere stata condizionata dall’ambiente che frequentava e da se stessa, anche dalla maternità, dal cambiamento fisico, dalla solitudine post partum.
Perciò ha chiesto sostegno a una psicologa dello sport che l’ha aiutata a conoscere meglio se stessa. E la situazione è migliorata! Voleva essere realizzata, e dunque felice, anche per sua figlia che doveva avere accanto una mamma serena.
 
A proposito di maternità, De Rossi ha parlato della «maternity blues» e della depressione post partum: la prima compare dopo il parto e si risolve in circa venti giorni; la seconda compare dopo settimane e può durare a lungo.
È bene che chi ne soffre richieda aiuto, supporto e comprensione.
Marinelli ha ricordato lo stereotipo secondo cui la donna, “in quei giorni” è nervosa, eccitabile, intrattabile…è solo un vecchio stereotipo!
 
A proposito dei sensi di colpa, De Rossi sostiene che sono un peso, ma possono anche essere un valore, sono una risorsa oppure una condanna.
E Marinelli aggiunge che la donna deve essere consapevole del supporto sociale percepito: quando è necessario deve fermarsi; quando sa che può fidarsi di un/a amico/a, di un/a parente, può lasciarsi andare; in caso contrario, cercare altrove.
La conclusione di De Rossi è duplice: le donne sanno chiedere aiuto più degli uomini, ma le giovani e giovanissime che rifiutano il cibo – e dunque rifiutano il loro corpo, ossessionate dai modelli che stampa e social propongono – sono molte di più dei loro coetanei.
 
In conclusione, Dallapé ha evocato una sorta di «giudice interno» che controlla, giudica, obbliga, di cui bisogna liberarsi. Dal pubblico una signora ha parlato anche di «giudice esterno», e un’altra di fragilità o di forza «indotte».
Peccato che il tempo a disposizione sia stato poco, argomenti delicati trattati con tanta competenza e sincerità avrebbero stimolato chissà quante domande…

Luciana Grillo
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