Il futuro dell’Autonomia trentina visto dai ragazzi

Nella mattinata di oggi i protagonisti nell’Aula consiliare sono stati i giovani. I consiglieri semplici spettatori

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Nella mattinata di oggi i protagonisti nell’Aula consiliare sono stati loro: i giovani.
Non semplici spettatori, ma parte attiva di un percorso che li ha portati dai banchi di scuola agli scranni del Consiglio provinciale.
«Ci pensiamo noi» è il nome della seconda tappa di Focus, dopo quella di ieri con i bambini in Sala Depero, che ha visto studenti e studentesse di quattro classi delle scuole superiori trentine presentare il frutto di mesi di lavoro: proposte, riflessioni e soluzioni pensate per il futuro. Un vero esercizio di democrazia e cittadinanza attiva che ha cercato di portare nuove idee all’interno delle istituzioni.
 
Il Presidente del Consiglio, Claudio Soini ha presentato filosofia e contenuti di Conosciamo Autonomia e ha ringraziato i consiglieri che hanno partecipato alle iniziative, lo staff e naturalmente le scuole aderenti. Poi il Presidente ha presentato il «regolamento» per dare ordine agli interventi degli studenti in aula. Un aspetto didattico importante che ha fatto capire ai ragazzi che i dibattiti consiliari sono improntati al contegno, al rispetto degli avversari politici e prima di tutto all’istituzione.
 
Un incontro al quale hanno partecipato i consiglieri Paolo Zanella, Luca Guglielmi, Andrea de Bertolini, Christian Girardi, Michela Calzà, Antonella Brunet, Daniele Biada, Chiara Maule, Maria Bosin, Walter Kaswalder, Francesca Parolari, Lucia Maestri, gli assessori Francesca Gerosa e Simone Marchiori e i rappresentanti dell’Autorità per le minoranze linguistiche Katia Vasselai, Matteo Nicolussi Castellan e Chiara Pallaoro. Quattro le proposte e i temi al centro del dibattito: contrasto alla denatalità; promozione dell’inclusione; rilancio del turismo istituzionale e valorizzazione delle minoranze linguistiche.

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 Denatalità, un dramma che coinvolge anche i giovani 

La classe 3ªM dell’indirizzo socio sanitario dell’Istituto don Milani di Rovereto ha illustrato il progetto «Denatalità e futuro: ascoltate la nostra voce», una riflessione concreta su una delle sfide più urgenti del nostro tempo, il calo demografico. Gli studenti Alessio e Melissa hanno illustrato le cause del fenomeno, le politiche a sostegno della famiglia, le azioni inserite nella manovra finanziaria 2025, focalizzandosi nello specifico sul progetto di ricerca della Pat: «Contenimento della denatalità».
 
L’iniziativa dei ragazzi è chiara: coinvolgere i potenziali genitori del domani e le scuole nei percorsi di analisi, proposta e scelta sul tema della denatalità. Gli studenti hanno invitato il Consiglio provinciale a promuovere i risultati di tale progetto attraverso i media tradizionali ed i canali digitali, per stimolare un confronto ampio e partecipato.
 
Maria Bosin, presidente della quarta commissione ha detto di essere contenta che questa questione venga affrontata perché è il tema dei temi e coinvolgere i giovani sarebbe utile per invertire il trend. Dello stesso parere la vicepresidente di commissione Chiara Maule. «Mi ha colpito – ha detto - quando dite che è un sintomo legato all’incertezza sul futuro. Questo è il tema vero a cui io aggiungo anche la mancanza di speranza». Tutti quanti noi, ha concluso, dobbiamo essere responsabili, promuovere azioni che ridiano speranza a quelli che rischiano di non vederla.
 
Francesca Gerosa ha ricordato di aver ricoperto il ruolo di assessore alla famiglia e alla natalità fino a qualche giorno fa, e in base alla sua esperienza ha aggiunto che sulla natalità le politiche non si possono improvvisare. La Provincia ha messo in campo una ricerca ma, ha ammesso, c’è ancora molto da fare. Francesca Parolari ha spiegato come un altro aspetto da considerare sia quello legato ai servizi educativi, in particolare quelli rivolti alla fascia 0-3, quindi i nidi. Bisogna investire sui servizi educativi, rendendoli accessibili dal punto di vista economico.

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 Tuteliamo tutte le minoranze, non solo quelle storiche 

La classe 3ªA dell’Istituto Don Milani di Rovereto ha proposto il progetto: «Legami e identità: dimmi chi sei. Minoranze e diversità per una cittadinanza inclusiva».
Un percorso - hanno spiegato Lina, Imen, Emma e Camelia - che nasce da due domande fondamentali: Cosa significa essere trentini oggi? Che rapporto ha il Trentino con le sue minoranze? Una riflessione che intreccia identità, memoria e pluralismo, per una società che riconosca il valore della differenza valorizzando tutte le minoranze, storiche e nuove, che arricchiscono il territorio trentino.
 
Quattro le iniziative pensate dalla classe. «Il Consiglio a scuola»: riteniamo, hanno affermato gli studenti, che l’informazione e la conoscenza siano il presupposto fondamentale per ogni azione politica. Per questo proponiamo che, all’inizio dell’anno scolastico, i 35 consiglieri che formano il Consiglio provinciale, organo che rappresenta l’intera popolazione di questo territorio trentino, si rechino per una giornata, in tutti gli Istituti scolastici della Provincia per conoscere e capire quali sono i bisogni, ma anche le potenzialità espresse dalle tante minoranze che ogni scuola accoglie.
 
«Minoranze al centro»: sarebbe utile, hanno spiegato i ragazzi, proporre un Consiglio provinciale all’anno tematico su tutte le minoranze per un confronto sulle problematiche specifiche che esse vivono. «Conosciamoci!»: proponiamo poi una Settimana civica, dedicata all’educazione sul tema delle minoranze. L’obiettivo è conoscere la cultura e le tradizioni delle minoranze presenti in Trentino Alto Adige, sia quelle riconosciute che non, con momenti di confronto, dialogo, attività di socializzazione attraverso giochi e piccoli tornei sportivi a squadre miste, balli e musiche tradizionali, con un «Masterchef interculturale» alla scoperta di sapori, per un viaggio nel gusto. Quale è il senso di questa settimana? Riconoscere bisogni simili e l'esigenza di essere riconosciuti, capiti e rispettati.
 
«La mia lingua, la mia identità»: spiegare il valore della lingua madre, raccontando la propria esperienza. Vorremmo, hanno detto, che fossero introdotti corsi o moduli per studiare le lingue madri all’interno delle scuole, anche per dare risalto alla Giornata internazionale delle Lingue madri istituita dall’UNESCO, che si celebra il 21 febbraio. Christian Girardi, presidente della Quinta commissione, ha detto che le proposte sono chiare e riguardano la politica trentina che ha il compito di far partire tutti dalla stessa linea di partenza. Ma la differenza la faranno sempre le persone che se si sentiranno parte della comunità si rafforzerà anche il senso di appartenenza in quella società che vi ha dato l’opportunità di crescere.
 
Sì agli incontri tra Consiglio e studenti, iniziativa fattibile. Più difficile, per Girardi, la realizzazione della proposta che riguarda la lingua. Andrea De Bertolini, che ha definito eccellente il lavoro dei ragazzi, un lavoro che esalta alcune parole chiave come: conoscenza, convivenza, solidarietà, democrazia, minoranza. Parole potenti che portano ad essere liberi, ad essere più liberi insieme. Parole che erano chiare nella mente dei padri dell’Autonomia e che rappresentano ancora le pietre angolari del nostro autogoverno.

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Un modello di autonomia virtuoso che rappresenta ancora un esempio in Europa e non solo. Un’autonomia dinamica nata dalla difesa delle minoranze. Un testimone che oggi viene consegnato alle nuove generazioni. Anche Francesca Gerosa si è complimentata con i ragazzi, e ha ricordato che vanno rispettate le proprie tradizioni per inserirsi nella comunità basandosi sul rispetto. Interessanti, per l’assessora, le proposte nonostante la loro complessità e le difficoltà per realizzarle.
 
Nelle linee guida sull’educazione civica, ha ricordato, si spinge molto sulla partecipazione diretta in primo luogo per la conoscenza dell’autonomia. La presidente dell’Autorità delle minoranze linguistiche Katia Vassellai, definendo prezioso l’impegno dei ragazzi, ha però espresso una posizione diversa e ha rilevato che non si può confondere la difesa delle minoranze riconosciute e storicamente presenti sul territorio con quelle, altrettanto importanti, legate al fenomeno dell’emigrazione. Minoranze che non devono assolutamente essere sottoposte a discriminazioni. Il riconoscimento delle minoranze come i Ladini, ha detto ancora in sintesi, si basa sul dettato costituzionale in base al quale queste lingue storiche vengono tutelate attivamente.
 
Dunque, ha detto ancora Katia Vasselai, è bello che ci sia una volontà di scoprirle ma non è possibile giuridicamente equipararle alle altre. Michela Calzà ha affermato che la mozione mostra una ricchezza e la volontà di partire dal riconoscimento delle minoranze storiche, che sta alla base della nostra autonomia, per fare un passo avanti.
Luca Guglielmi ha definito rischioso unire le minoranze linguistiche storiche riconosciute con quelle definite nuove. Anche perché il riconoscimento delle minoranze linguistiche trentine è avvenuto perché i loro diritti erano stati lesi dallo Stato italiano.
 
Ciò non toglie che le problematiche delle minoranze non siano altrettanto importanti, ma si tratta di questioni diverse. Paolo Zanella ha detto che la proposta dei ragazzi apre il cuore perché dimostra che sono più avanti della classe politica di governo. Ha poi aggiunto di non condividere la posizione di Vasselai perché anche gli immigrati sono minoranze che devono avere diritti e la loro presenza frutto di migrazioni come le nostre minoranze germanofone. Zanella ha detto che è giunto il momento di parlare, più che di inclusione, di convivenza delle differenze.
 
Infine, Maria Bosin ha ricordato che nella Magnifica comunità di Fiemme si parla italiano, ladino e tedesco. Un esempio, anche questo storico, di inclusività. Il Presidente Claudio Soini ha affermato che sarebbe interessante capire come vivono le nuove minoranze l’autonomia e ha ricordato che si tiene già l’incontro annuale con le minoranze riconosciute con il Consiglio e Conosciamo autonomia è impegnato per far conoscerle. I ragazzi hanno replicato sottolineando la necessità di dare attenzione a tutte le minoranze senza nulla nulla togliere a quelle storiche.

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 Oltre a monti, laghi e natura far conoscere ai turisti l’Autonomia 

La classe 2ª Turistico dell’Istituto Ivo de Carneri di Civezzano ha esposto l’iniziativa «Turismo istituzionale: l’Autonomia tra le bellezze del Trentino» corredata da una brochure illustrativa. Gli studenti hanno immaginato un Trentino nel quale il turismo diventa veicolo di promozione della storia istituzionale, con itinerari che raccontano l’Autonomia attraverso i suoi luoghi simbolo tra cui Palazzo Trentini, sala Depero, Palazzo della Regione.
 
Siamo convinti – hanno spiegato Marta, Giada, Giuia, Giada - che il Trentino possa offrire molto anche a livello istituzionale e non solo per l’offerta turistica che già conosciamo.
Una buona pratica di collaborazione tra istituzioni scolastiche e istituzioni pubbliche locali che miri a valorizzare le competenze acquisite dagli studenti. Antonella Brunet, presidente della seconda commissione, ha definito ottimo il lavoro che valorizza i luoghi culturali, l’Autonomia e la storia del Trentino. Ha fatto riferimento al progetto formativo di Conosciamo Autonomia e al lavoro dello staff nel guidare gli studenti alla scoperta e conoscenza di questi luoghi.
 
«Mi fa ben sperare - ha aggiunto - questo vostro impegno civico per il futuro. Cercate di dare quello che avete dentro di voi per le vostre comunità». Quando parliamo di turismo in Trentino pensiamo alla montagna e allo sci, ha esordito la consigliera Lucia Maestri, raramente pensiamo al turismo culturale e istituzionale. «Io penso – ha detto - che ogni amministrazione, sia essa provinciale o comunale, dovrebbe assegnare la delega turismo e cultura in maniera congiunta. Un territorio si può spendere per le sue bellezze naturali, artistiche, culturali e per il racconto dei suoi valori. Questo progetto può essere implementano coinvolgendo i ragazzi, attraverso l’alternanza scuola-lavoro, come ciceroni nelle visite a questi luoghi».
 
Il presidente Claudio Soini ha detto che mancava una brochure che includesse tutti i luoghi dell’Autonomia. Uno dei percorsi di Conosciamo Autonomia mira a portare i giovani in questi luoghi, lo facciamo per avvicinare i cittadini alle istituzioni pubbliche e al loro patrimonio culturale, artistico e storico. Palazzo Trentini è sempre aperto, e si fanno tante mostre inerenti l’Autonomia. Infine ha ricordato che anche nella Giornata dell’Autonomia, il 5 settembre, tutte le sedi istituzionali sono aperte alla popolazione. Michela Calzà ha apprezzato la proposta e la brochure.
 
«Una riflessione che mi viene da fare - ha proseguito - è quella legata ai flussi turistici concentrati in particolari zone mentre potrebbe essere utile orientare i flussi di turismo su altre destinazioni». Daniele Biada ha poi sottolineato l’apertura mentale delle giovani generazioni. In merito alla mozione, ha aggiunto che oltre ai luoghi istituzionali, un’importanza fondamentale è rivestita anche dai Municipi, luoghi anch’essi di Autonomia. Nella replica i ragazzi si sono detti disponibili ad accogliere l’emendamento proposto dalla consigliera Maestri e si sono proposti di seguire una formazione specifica in merito.

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A scuola di minoranze linguistiche

Ha chiuso l’Istituto Guetti di Tione con la classe 5ª Amministrazione, Finanza e Marketing che ha analizzato i tratti peculiari delle minoranze germanofone e ladine in Trentino attraverso l’iniziativa «Conosciamo a scuola le minoranze linguistiche». La classe - come spiegato da Valeria, Laura e Simone - ha invitato il Consiglio a istituire un anniversario, da celebrare il 5 novembre, dedicato alla tutela e alla valorizzazione delle minoranze linguistiche, coinvolgendo in primo luogo le istituzioni scolastiche, le associazioni e gli enti locali attraverso attività, incontri, laboratori e iniziative culturali. Puntano a promuovere un intervento presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito per diffondere questa iniziativa a livello nazionale. Inoltre, nell’ambito di Conosciamo Autonomia, mirano alla realizzazione annuale del «Festival delle minoranze linguistiche». Tutto ciò nel quadro della ricchezza culturale e linguistica europea e della nostra provincia, sottolineando l’importanza per le nuove generazioni di conoscere le minoranze.
 
Walter Kaswalder, presidente della sesta commissione, ha ricordato che la nostra terra è stata da sempre terra di convivenza tra italiani, tedeschi e ladini. Mocheni e cimbri sono venuti dal 1100 a umanizzare territori fino ad allora disabitati. Le nuove minoranze, ha aggiunto, creano ricchezza, ma va fatta una netta distinzione tra queste e le minoranze storiche. Kaswalder ha ricordato la storia della nostra autonomia (un esempio internazionale del quale si è parlato anche per raggiungere la pace in Ucraina) e che lo statuto è tutelato internazionalmente dall’Austria. Il consigliere ha anche aggiunto che sarebbe auspicabile garantire un posto in Consiglio per la minoranza mocheno – cimbro. Francesca Parolari ha detto che l’autonomia la si difende anche se la si sa innovare e i ragazzi su questo oggi hanno dato una bella lezione. Autonomia, ha aggiunto, è uno sguardo rivolto al futuro, un principio che i giovani hanno capito. Parolari ha ricordato che la Regione ha intenzione di creare una giornata dell’Autonomia.
 
L’assessore Marchiori ha detto che oggi si è dimostrato che le critiche verso la scuola che non insegna l’autonomia sono infondate. Sulle minoranze linguistiche ha affermato che queste sono una delle sfaccettature della nostra autonomia che, come un diamante, splende solo se tutte vengono mantenute pulite. La presidente dell’Autorità delle minoranze linguistiche ha detto che una rappresentanza delle minoranze riconosciute e di quelle non riconosciute non è giuridicamente sostenibile. Non si tratta di chiusura, ma di tematiche diverse. Comunque, le proposte degli studenti del Guetti, sono condivisibili. Soddisfatto il presidente Soini che ha definito encomiabile il comportamento da consiglieri dei ragazzi. Una mattinata di crescita, per i ragazzi e per le istituzioni. Perché il futuro del Trentino si costruisce anche così: dando voce a chi lo abiterà domani.