Il ruolo dell’head hunter per superare difficoltà di reclutamento

Con il supporto di un «cacciatore di teste» è possibile selezionare dei professionisti qualificati che potrebbero non venire mai a conoscenza della ricerca in corso

Quasi 1,5 milioni di nuove opportunità lavorative offerte dalle imprese italiane nel trimestre giugno-agosto: questa stima positiva è arrivata puntuale con il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. 
Si parla quindi di un +6% rispetto al trimestre precedente, nonché di un +5,1% rispetto al medesimo periodo del 2024. 
E se di certo cifre di questo tipo lasciano intuire buone aspettative per la quasi totalità dei settori economici, c’è un dato che risulta anche a giugno 2025 particolarmente alto: si parla della difficoltà di reclutamento, che viene stimata al 45,4%, un dato altissimo, seppur in flessione di 2 punti percentuali rispetto all’anno scorso.
 
Nel concreto, nel mese di giugno il 45,4% delle figure professionali da inserire in azienda – pari a 270mila profili – risultano difficili da reperire. 
«Le cause dietro agli alti livelli di difficoltà di reclutamento degli ultimi anni sono le più diverse» spiegano gli head hunter della società di ricerca e selezione del personale Adami & Associati «a partire dal veloce processo di digitalizzazione in corso per arrivare al mancato aggiornamento del processo formativo, passando per altri fattori quali l’inverno demografico, le difficoltà di orientamento, e via dicendo. 
 
Tutto questo, come ben sanno molti imprenditori, rende spesso molto difficile individuare nuovi talenti da inserire in azienda, fattore che frena pericolosamente la crescita dei business».
Stando alle stime del sistema Excelsior, a risentire maggiormente del mismatch delle competenze sono prima di tutto le imprese del settore metallurgico e metallifero, con una difficoltà di reclutamento del 63,3%; i processi di selezione del personale sono difficili anche per i settori edili (61,4%), tessile, abbigliamento e calzature (59,7%), del legno-mobile (57,1%) e della meccatronica (52,2%).
Le stesse imprese trentine, come succede ormai regolarmente all’inizio di ogni nuova stagione turistica, hanno spesso incontrato grandi difficoltà nell’individuare figure cruciali come cuochi, capisala, receptionist e hotel manager.
 
Di fronte a una cronica mancanza di competenze sul mercato del lavoro, i classici processi di selezione del personale basati sulla pubblicazione di annunci risultano spesso poco o per nulla efficaci, soprattutto per la ricerca di profili qualificati. 
Ed è quindi in questi casi che risulta particolarmente efficace il supporto di una società di head hunting: 
«A differenza dei normali recruiter, infatti, gli head hunter ricercano personale per le aziende clienti attraverso la caccia diretta dei talenti, in virtù di un network costruito negli anni: diventa così possibile» spiegano gli esperti di Adami & Associati «attirare anche dei candidati passivi, ovvero dei professionisti che presentano le competenze e le esperienze ricercate dall’azienda e che, pur essendo già occupati, potrebbero essere interessati a valutare nuove opportunità lavorative».
 
Con il supporto di un head hunter, dunque, è possibile inserire nel processo di selezione dei professionisti qualificati che, altrimenti, probabilmente non verrebbero mai a conoscenza della ricerca in corso, non essendo alla ricerca attiva di un nuovo lavoro.