«L'automobile a un incrocio pericoloso»

Se ne è parlato al Festival dell’Economia: «Europa al bivio, rischi e scelte fatali»

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Prosegue la ventesima edizione del Festival dell’Economia dal titolo «Europa al bivio, rischi e scelte fatali», con oltre 650 ospiti e più di 300 eventi.
Sotto la lente, nell’evento «Auto, un incrocio pericoloso», il futuro dell’auto tra molte incognite: la scommessa della decarbonizzazione, la concorrenza con il mercato cinese, gli effetti dei dazi americani e le nuove esigenze dei consumatori.
Ne hanno parlato oggi, alla Fondazione Caritro, Massimo Artusi, presidente di Federauto, Andrea Cardinali, direttore generale UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), Camilla Girardi, presidente Federauto Trentino, Gian Luca Pellegrini, direttore responsabile Quattroruote e Fabrizia Vigo, responsabile relazioni istituzionali ANFIA.
 
L’industria automobilistica è sempre stato un settore strategico per l’economia italiana. L’auto si trova però adesso ad un incrocio pericoloso, in bilico tra le nuove sfide che stanno investendo l’economia globale.
Un settore interessato, sia in ambito nazionale che regionale del Trentino, dal tema della mobilità, strettamente legato a quello della sostenibilità e dello sviluppo delle aziende.
«Il tema della mobilità è molto trasversale, per la zona del Trentino è sempre molto particolare e sentito, – ha esordito Camilla Girardi, presidente di Federauto Trentino. – Perché noi siamo il corridoio che attraverso il territorio nazionale italiano fa entrare i mezzi pesanti e merci quindi la mobilità di sviluppo è per noi quotidiana.»
Tra le sfide di Federauto, quella di far convivere la mobilità privata con le esigenze del turismo e del trasporto pubblico.
Obiettivi che devono essere declinati nella dimensione della decarbonizzazione. Nuove prospettive si affacciano con la proposta dei nuovi incentivi a sostegno dell’auto privata per un totale di 6 milioni di euro.
Andrea Cardinali, direttore UNRAE, è però cauto.
 
«Gli incentivi sono un coniglio che è uscito dal cilindro improvvisamente, il ministro l’anno scorso li aveva pensati, prefigurati, poi attivati dopo 6 mesi di titoli di giornali – ha chiosato Cardinali – però sappiamo quando scadrebbero, perché i fondi del Pnrr dai quali dovrebbero essere attinti andrebbero utilizzati tutti entro il giungo 2026.»
Massimo Artusi ha invece riflettuto sulla necessità di sostenere e valorizzare maggiormente il settore.
«Innanzitutto servirebbe una visione, quella di non tartassare un settore, ma cercare di lasciarlo sviluppare. L’automobilista non si sente incentivato a usare il mezzo, – ha detto Artusi. – Ricordando che l’auto non è solo un vezzo ma è nella maggior parte dei casi un mezzo con cui gli italiani sono costretti a muoversi.»
Nel mirino di Federauto anche le accise sui carburanti e una fiscalità che penalizza il settore.
 
«L’Italia è l’unico paese dove se un’azienda acquista una vettura, non può scaricare l’Iva, ma può scaricarla solo al 40%.»
A complicare la partita si aggiunge la competitività dei cinesi, che solo in apparenza stanno puntando sull’elettrico.
«I cinesi hanno capito che l’elettrico non supera il 20%, quindi hanno capito che dovevano puntare al restante 80%, - ha riferito Gian Luca Pellegrini. - Con appena il 5% di full elettrico, l’Italia è però ancora lontana dalla media.»