L'Iran attacca le basi USA. Ma la guerra potrebbe finire qui

Il segnale è forte: prima di attaccare le basi, l’Iran ha avvisato telefonicamente gli USA. Breve tregua anche tra Israele e Iran

Oggi l’Iran ha attaccato le basi americane presenti nell'area, ospitate da paesi amici del Medio Oriente.
Ma la notizia non è affatto negativa, per due aspetti che hanno accompagnato le operazioni.
Il primo è che l’Iran, prima di avviare l’attacco con i propri missili, ha telefonato agli americani per avvisarli. In questo modo sarebbero state risparmiate vite umane.

Gli USA, che comunque avevano già fatto allontanare tutto il personale non necessario alla difesa, hanno apprezzato il gesto e si sono limitati a intercettare i missili in arrivo.
Il secondo aspetto è che Trump aveva dichiarato che, con il bombardamento delle presunte sedi delle produzioni nucleari, considerava concluse le ostilità.
In aggiunta, Israele e Iran hanno concordato una tregua di 12 ore. Mezza giornata non è certo molto, ma un cammino inizia sempre con un primo piccolo passo.
 
Questo non significa che nel Medio Oriente si stiano spegnendo i venti di guerra, ma noi siamo ottimisti.
Se l’Iran alleggerisse il proprio sostegno alle parti più ostili della Palestina, di Hezbollah e dello Yemen, si potrebbe sognare la fine del genocidio dei palestinesi.
Sicuramente la fine delle ostilità in Palestina richiede molto più tempo, perché vanno risolti problemi concreti e delicati come la restituzione degli ostaggi, ma prima o poi quello sconcio cui stiamo assistendo dovrà finire.

E in questa situazione Trump potrebbe giocare un ruolo importante, se non altro perché Israele ora ha un debito di riconoscenza con gli USA.
Corre voce che Putin avrebbe acconsentito l’intervento americano in cambio di un mancato sostegno USA all’Ucraina. In questo caso il problema rimarrebbe a carico dell’Unione Europea che, come sappiamo, non ha una grande potenza contrattuale in questo.
Però, mai dire mai.

GdM