L’Italia ha necessità di riammodernare l’impianto di difesa
Le guerre in corso indicano ciò che manca alle nostre Forze armate – Abbiamo visto cosa è successo negli ultimi 2000 anni all’Italia non preparata alla guerra
Stamattina la presidente Meloni ha spiegato al Senato che l’Italia deve accettare l’idea di aumentare la spesa per la difesa militare del Paese.
La sua spiegazione è latina: «Si vis pacem, para bellum». Ovvero, se vuoi la pace preparati alla guerra.
La Schlein ha commentato ironicamente così: «in 2.000 anni le cose sono cambiate».
Ed è vero, le cose sono cambiate, ma di male in peggio. Da quando l’impero romano ha smesso di prepararsi alla guerra, il nostro paese ha subito le invasioni barbariche prima, le occupazioni degli stati europei poi, e l'unione dell'Italia fino al 1961.
Solo la Repubblica Serenissima di Venezia ha saputo conservare e migliorare la propria sovranità, perché è sempre stata pronta alla guerra, e non solo sul mare.
Questo non lo scriviamo per dire che il commento della Schlein sia stato infelice, ma perché il nostro paese è impreparato militarmente, soprattutto di fronte agli scenari delle guerre in corso.
La Costituzione non va solo rispettata, ma soprattutto condivisa. Non solo l’Italia ripudia la guerra, ma sono gli stessi italiani a non volerla.
Ma la difesa va sempre alimentata e adeguata alla evoluzione degli eventi bellici.
L’Italia è a corto di moltissime attrezzature per la difesa, attiva o passiva. Attiva, quando vanno respinti gli attacchi di eventuali nemici, passiva quando si devono scovare le basi dalle quali gli eventuali nemici attivano attacchi contro di noi.
Per adeguare i dispositivi antimissile che abbiamo visto usare in Ucraina e in Israele va investita una cifra quasi superiore a quanto costa adesso l’intero bilancio della Difesa.
Ed è necessario disporre di un sistema satellitare proprio, indipendente da Usa o aziende straniere come quelle di Mask. Spesa quest’ultima che deve affrontare al più presto l’Unione Europea.
Non va dimenticato che l'Italia offre copertura militare aerea alle repubbliche baltiche e a quelle balcaniche. Per questo siamo apprezzati, ma il budget deve tener conto anche di questo.
Ma c’è un’altra difesa che va attivata immediatamente: quella contro gli attacchi cibernetici.
Non passa giorno senza che vengano segnalati problemi alle reti. Anche il Trentino Alto Adige oggi è stato oggetto di un attacco cibernetico. Probabilmente è stato un tentativo di estorsione andato male, ma è un segnale che non va assolutamente dimenticato.
E qui non c’è bisogno di chiedere conferma al Parlamento, né tanto meno modificare la Costituzione. Va fatto subito attivando le migliori risorse professionali di cui l’Italia è ricca.
Ma lo deve fare alla svelta. Questo è uno dei casi in cui ci si deve preparare alla guerra per ottenere la pace. Qui la guerra è in agguato se non addirittura in corso.
GdM