Lettere al Giornale – Claudio Riccadonna, Ala

«Come si può fare la pace se si invita costantemente a preparare la guerra investendo addirittura 800 miliardi?»

La deterrenza delle armi sembra rappresentare l’unico strumento per difendere la pace.
Il riarmo da 800 miliardi di euro risulterebbe la via maestra per garantire un periodo di stabilità e di sicurezza per il mondo.
Appare, comunque, un paradosso, una sorta di «ossimoro strategico» il trovare una garanzia virtuosa nell’equazione stridente «armi uguale pace».
Certo, breve inciso doloroso, secondo le stime di Oxfam, una riduzione del 3% della spesa militare da parte delle sette principali potenze economiche del mondo azzererebbe il problema della fame nel mondo (che assurdità assoluta e quanta rabbia impotente nel pensarci!).
 
Tuttavia, e magari non tutti lo sanno, su un muro di pietra che si trova proprio di fronte al palazzo delle Nazioni Unite, è incisa una scritta disarmante che costituirebbe, nella sua pratica applicazione, l’unica, autentica ed efficace risposta alla logica distruttiva della guerra, il solo possibile itinerario da percorrere per promuovere la costruzione di un mondo giusto e in armonia, basato sull’amore tra i popoli e sulla loro pacifica convivenza.
Si tratta di un passo biblico, che si dovrebbe rivolgere agli uomini di buona volontà, riportato nel libro profetico di Isaia in cui si afferma che le nazioni «dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare e non ci sarà più nazione che alzerà la spada contro nazione… né impareranno più la guerra».
 
È una «profezia» che allo stato attuale si sta rivelando un’utopia, un qualcosa di assolutamente irrealizzabile, ma che dovrebbe offrire un messaggio di speranza all’intera umanità guidata da taluni, però, «spesso incapaci di dirigere il proprio passo».
Infatti, come si può «fare la pace» se si invita costantemente a preparare la guerra (dal sapore latino «si vis pacem, para bellum»), aumentando in modo esponenziale la produzione e l’uso delle armi?

Claudio Riccadonna
Ala