Lunedì 7 luglio passerà alla storia come la Giornata dei dazi

Trump: «Lunedì partiranno 12 lettere per altrettanti Paesi partner» – E l’ultimatum: «Prendere o lasciare»

Lunedì dodici Paesi riceveranno l’ultimatum del Presidente Trump sui dazi.
In altrettante lettere scopriranno l’entità dei dazi che l’amministrazione USA intende applicare alle loro esportazioni negli Usa. 
È quanto ha dichiarato il presidente Trump ai giornalisti, precisando che le proposte non saranno negoziabili («prendere o lasciare»), ma senza indicare i nomi dei paesi destinatari.
Un ricatto vero e proprio, anche se non molto chiaro.
Prima di procedere, è bene ricordare che le parole di Trump sono state spesso «come fumo che soffia nel vento». È una banderuola che si rimangia spesso la parola appena pronunciata.
 
Molto probabilmente però, stavolta manterrà la parola e i dazi potrebbero scattare dal 1° di agosto. Si pensa che andranno dal 10 al 20% per i paesi occidentali, dove il 10% sarebbe imposto al Regno Unito e il 20% all’Unione Europea.
E non è escluso che faccia dei distinguo anche all’interno della UE.
Trump aveva minacciato l’Europa di imporre dazi al 17% ai prodotti agricoli. Questa è una decisione piuttosto singolare, come i dazi sui medicinali, perché a soffrirne di più sarebbero proprio i cittadini americani.
Alcune aliquote potrebbero andare dal 60 al 70% per prodotti come acciaio, alluminio e automobili. Alcuni di questi dazi sono già in vigore. E anche in questo caso a soffrirne di più saranno le industrie USA, perché se acquistavano in Europa è perché ne avevano la convenienza.
 
Sui negoziati che si sono svolti con l’Unione Europea si sa poco. Però, tenendo conto che la Commissione Europea deve agire all’unanimità, è difficile essere ottimisti.
Mentre all’Italia i dazi al 10% potrebbero star bene, Francia e Spagna dichiarano di non volerli accettare.
Quello che si sa invece è che è pronto un eventuale contrattacco europeo, che consisterebbe nell’applicazione di dazi ai prodotti importati dagli USA in proporzione adeguata a quelli imposti da Trump.
Anche in questo caso però a soffrirne di più sarebbero i cittadini europei.
In più, una guerra dei dazi spaccherebbe il Mondo Occidentale perché aprirebbe le porte a negoziazioni con paesi del resto del mondo, a partire da Cina e India.
 
Pare incredibile che Trump non tema le conseguenze di una spaccatura del genere.
L’Unione Europea si sveglierebbe e inizierebbe a produrre da sé i grandi investimenti per la difesa militare, a partire dal sistema satellitare che adesso è in gran parte di produzione Mask. Ma gli USA si isolerebbero dal resto del mondo.
E non è escluso che le basi americane in Europa debbano pian piano lasciare l’antico continente, basti pensare che dalla base di Aviano sono stati licenziati i lavoratori italiani. Non può andare avanti così.
Comunque sia, da lunedì 7 luglio si saprà come si andrà a finire.
Come diceva Lucio Battisti, il futuro lo si scoprirà solo vivendo.
 
GdM