Maurizio Frisinghelli, «Parole di Creta» – Di Daniela Larentis
Alla Cattedrale di Trento la 57ª esposizione in Aula San Giovanni: un viaggio tra arte, spiritualità e speranza attraverso le opere dell’artista roveretano. Fino al 27 luglio

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È in corso a Trento, nella suggestiva cornice della Cattedrale di San Vigilio, la mostra «Parole di creta», 57ª esposizione ospitata nell’Aula San Giovanni e interamente dedicata all’artista roveretano Maurizio Frisinghelli.
L’inaugurazione si è tenuta lo scorso 30 maggio davanti a un folto pubblico, con presentazione di Mons.
Lodovico Maule, Decano del Capitolo della Cattedrale, e intervento critico di Nicoletta Tamanini.
L’esposizione sarà visitabile fino al 27 luglio, tutti i giorni con orario 9.00-12.00 e 14.30-17.30.
In un tempo come il nostro, segnato da crisi ambientali, conflitti e una diffusa perdita di riferimenti, le «Parole di creta» di Maurizio Frisinghelli ci ricordano, con la forza silenziosa dell’arte, quanto sia importante coltivare la speranza.
A offrire una lettura profonda e spiritualmente ricca del percorso espositivo è Mons. Maule, che sottolinea il legame tra l’opera artistica e il tempo del Giubileo:
«Per la seconda volta in questo anno di grazia 2025, l’Aula San Giovanni apre le sue porte per accogliere una mostra che pone a tema la Speranza.
«È un dono prezioso e una grande opportunità in quest’anno che, per la Chiesa e per il mondo, si colora di una luce del tutto particolare a motivo del Giubileo. Un anno che per tutti si offre come tempo di grazia, invito e chiamata a farsi “Pellegrini nella speranza” […].
«Se con pazienza ci prenderemo il tempo per osservare le opere esposte e leggere con tranquillità i testi poetici che le accompagnano, avremo modo di gustare il sapore della speranza.
«Il cantico di san Bernardo, ad esempio, ci pone davanti alla sublime immagine di Maria, Madre del Signore […]. Oppure, se ci soffermiamo davanti all’opera che raffigura Il Cantico delle Creature, osserviamo il “Poverello di Assisi”, pur segnato dalle piaghe del Cristo e dalle prove della vita, celebrare il Creatore, contemplandone la bellezza nelle sue opere, verso le quali può avvertire un’autentica fraternità, fino a chiamare sorella anche la morte corporale.
«Tutto questo perché all’origine c’è l’Altissimo e grande buon Signore […].»
Le opere in mostra, accompagnate da testi poetici, conducono il visitatore lungo un percorso che dialoga con la spiritualità cristiana, in un intreccio di bellezza e meditazione.
Nel suo intervento critico, Nicoletta Tamanini evidenzia la complessità e profondità dell’universo creativo di Frisinghelli:
«È un mondo ricco di mille sfumature spirituali e poetiche e di evidenti, significative citazioni bibliche e filosofiche quello plasmato da Maurizio Frisinghelli dalle cui esperte e laboriose mani nascono artistiche, liriche composizioni sulla sempre fragile condizione umana in vigile attesa, come detto, dell’agognato incontro.»
La curatrice mette in luce anche la trasformazione stilistica dell’artista, dagli esordi pittorici all’attuale padronanza della scultura: ceramica, bronzo, terracotta, mosaico, legno – tutti materiali che l’artista riesce a combinare con armonia, citando con misura tanto l’arte romanica quanto la grande scultura rinascimentale.
Le «parole di creta» non sono mai autoreferenziali, sottolinea Tamanini, ma strumenti di dialogo e confronto. Opere che, nel loro silenzio, sembrano voler rispondere al disorientamento dell’uomo contemporaneo con la forza gentile dell’arte e della fede:
«Parole […] solide, concrete, che rivisitando frammenti di grandi componimenti poetici o letterari costruiscono tassello dopo tassello un cammino di meditazione, pace e speranza per l’uomo dell’oggi, stanco, disilluso e smarrito.»
Cenni biografici
Maurizio Frisinghelli nasce a Rovereto, città ove tuttora risiede e lavora. Fin da giovane mostra uno spiccato talento creativo che perfeziona sotto la guida di maestri aderenti a diverse esperienze artistiche e culturali.
Si avvicina poi alla tecnica dell’incisione dedicandosi successivamente anche alla scultura utilizzando per le sue creazioni materiali vari, spesso anche accostati tra loro con effetti di straordinaria, armonica plasticità, tra cui ceramica, bronzo, terracotta, legno e tessere musive.
Socio dell’unione Artisti Cattolici Italiani dal 1995, partecipa attivamente alle numerose attività e proposte della sezione U.C.A.I. di Trento. Durante l’anno accademico 2007-2008 frequenta presso l’Istituto Regina Apostolorum di Roma il corso di «Architettura, Arti Sacre e Liturgia» conseguendone il Master di 1° livello.
Dal 1972, anno della prima esposizione, l’artista ha al suo attivo innumerevoli mostre sia personali che collettive in Italia e all’estero. Alcune sue creazioni, selezionate in concorsi a cui hanno partecipato numerosi artisti, sono collocate in edifici e luoghi pubblici di varie località del territorio trentino e italiano.
Daniela Larentis – [email protected]