Polo giudiziario di Trento, in gara 18 imprese
Prima seduta di gara per il bando da 23,6 milioni di euro gestito dalla Provincia, per conto della Regione e in collaborazione con lo Stato

Il tribunale di Trento.
Sono 18 gli operatori economici che hanno presentato offerta per la realizzazione del nuovo polo giudiziario di Trento.
Questo l’esito della prima seduta di gara che si è svolta nei giorni scorsi negli uffici dell’Agenzia provinciale per gli appalti e i contratti, nell’ambito della procedura che proseguirà con i prossimi passaggi finalizzati all’aggiudicazione.
L’intervento - con un importo a base d’asta del valore di 23.685.489 euro - riguarda la prima unità autonoma e funzionale, che prevede la ristrutturazione dell’edificio ex carcere di via Pilati e la realizzazione degli archivi e delle centrali tecnologiche.
Complessivamente, per la costruzione del nuovo polo giudiziario di Trento sono stati stanziati 60 milioni di euro.
Il progetto, come ricorda il presidente della Provincia autonoma di Trento, si inserisce all’interno dell’Accordo quadro di programma tra il Governo e Piazza Dante, relativo alla razionalizzazione delle sedi e delle strutture statali.
Quello relativo all’ex carcere, prosegue il presidente, non è solo un intervento di ristrutturazione, ma un intervento che valorizza un edificio storico, rendendolo funzionale a nuove necessità, all’interno di un importante processo che guarda allo sviluppo futuro della città capoluogo.
L’opera è gestita a livello progettuale dall’Agenzia provinciale per le opere pubbliche per conto della Regione.
È prevista una riprogettazione funzionale dell’ex edificio, che prevede spazi efficienti per il Tribunale Ordinario, i Giudici di Pace e le attività correlate, come archivi e sale riunioni.
Attraverso un intervento di retrofit, verrà preservata la struttura originaria dell’edificio, mantenendo elementi architettonici distintivi (come le inferriate, le volte e la pietra) mentre saranno introdotti nuovi materiali e tecnologie. L’obiettivo è infatti quello di creare un dialogo tra il patrimonio storico e le esigenze moderne, utilizzando materiali contemporanei (come l’acciaio e il legno lamellare) in continuità con quelli storici per garantire un intervento rispettoso ma innovativo.