Prosit con il Kerner della Valle Isarco – Di Giuseppe Casagrande

È il vino emergente dell'Alto Adige che in pochi anni ha visto aumentare la superfice vitata da 5 a 131 ettari. Il ruolo leader della Cantina Valle Isarco

L'enologo Riccardo Cotarella con il direttore generale della Cantina Valle Isarco Armin Gratl

Non è la prima volta che nei nostri servizi giornalistici parliamo del Kerner, vitigno aromatico a bacca bianca che ha trovato la sua patria d'elezione in Alto Adige ed in particolare in Valle Isarco.
Riavvolgiamo il nastro. Il Kerner fu creato nel 1929 dal botanico tedesco August Herold nel laboratorio dell'antica scuola di viticoltura di Weinsberg (Baden-Württemberg) incrociando la Schiava Grossa (nota in Germania con il nome di Trollinger) con il Riesling Renano.
Questo nuovo vitigno è stato battezzato Kerner in onore di Justinus Kerner, medico e poeta tedesco noto per avere scritto numerose poesie sul vino. 

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Un vigneto coltivato a Kerner sui pendii della Valle Isarco.

 Simile al Riesling ha trovato in Valle Isarco il suo luogo d'elezione 

Simile al Riesling anche per il corredo aromatico, questo vitigno ha trovato in Valle Isarco, come dicevamo, il luogo ideale, il che è giustificato anche dai numeri dal momento che la Valle Isarco vanta la leadership di maggiore produttore a livello mondiale dopo il Giappone: 300 ettari coltivati a Kerner. La germogliazione tardiva rende il Kerner meno soggetto a gelate. Inoltre i pendii soleggiati della Valle Isarco, in alta quota, si sposano alla perfezione con le esigenze di un’uva pensata proprio per la coltivazione in montagna.
Già nel 1970 in Alto Adige sono stati messi a dimora i primi vigneti sperimentali in posizioni diverse e la buona resistenza di queste viti alle temperature invernali ha fatto sì che a partire dal 1981 se ne piantassero parecchie nelle zone della Val d’Isarco più esposte al gelo.
Nel 1993 la superficie totale in provincia di Bolzano era ancora di soli 5 ettari, ma è negli ultimi anni che la tendenza si è invertita e il Kerner oggi, con i suoi 131 ettari, rappresenta il 2% della superficie vitata dell’Alto Adige e il 25% di quella della Valle Isarco (90 gli ettari totali della valle coltivati a Kerner).

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Gli splendidi vigenti della Cantina Valle Isarco di Chiusa.

 Il 40% dei vigneti coltivati a Kerner appartiene ai soci della Cantina Valle Isarco 
Il 40% dei vigneti coltivati a Kerner appartiene ai soci della Cantina Valle Isarco, la più giovane cooperativa vinicola dell’Alto Adige guidata dal direttore generale Armin Gratl.
I 135 soci coltivano 150 ettari di vigneti dislocati in 11 Comuni, da Bolzano fino a Sud di Bressanone (Varna, Bressanone, Funes/Tiso, Velturno, Chiusa, Laion, Castelrotto, Villandro, Barbiano, Fié e Renon). Trentacinque soo gli ettari coltivati a Kerner.
La Cantina Valle Isarco produce ogni anno un milione di bottiglie: 14 i vini a bacca bianca, 4 a bacca rossa per un totale di 29 etichette. La punta di diamante è rappresentata dalla selezione Aristos e dalle edizioni limitate Sabiona di Kerner e Sylvaner, 3 mila bottiglie all’anno per vitigno. Il 98% della produzione della Cantina Valle Isarco è dedicata ai vini bianchi, dove primeggia il Kerner affiancato da Sylvaner, Grüner Veltliner, Gewürztraminer e Müller Thurgau. 
Il fatturato della Cantina sfiora gli 8 milioni di euro: canale Ho.re.ca per l’85% in Italia (di cui la metà in Alto Adige) e per il 15% all’estero. Negli ultimi cinque anni la cantina ha investito oltre 2 milioni di euro per migliorare la propria struttura e le proprie tecnologie.

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La gigantesca botte realizzata da un blocco di granito (20 tonnellate) della Cantina Valle Isarco.

 
 Armin Gratl: «Il Kerner Classico 200 mila bottiglie, l'Aristos 45 mila» 

Questo vitigno resistente alle gelate, che cresce ad alta quota, spesso in condizioni estreme, è sempre più apprezzato, tanto che negli ultimi 12 anni la sua produzione in Cantina Valle Isarco è andata via via aumentando fino a raggiungere il 25% delle bottiglie prodotte dalla cooperativa: «Nel 2014 – spiega Armin Gratl – la Cantina Valle Isarco aveva commercializzato 80 mila bottiglie di Kerner Classico e 15 mila bottiglie di Kerner della linea Aristos. Nel 2024 il Kerner Classico ha raggiunto quota 200 mila bottiglie (+150%) e il Kerner Aristos 45 mila bottiglie (+200%). Il trend di crescita del Kerner non riguarda solo la nostra cantina, ma noi siamo i produttori più importanti per questo vitigno. Crediamo moltissimo in questa varietà, come nessun altro nella nostra valle, tanto da aver fatto anche molti nuovi impianti a Kerner negli ultimi anni».

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Armin Gratl, direttore generale della Cantina Valle Isarco di Chiusa.

 
 L'elevato tenore zuccherino del Kerner è sorretto da una buona acidità 

L’aumento esponenziale della diffusione del Kerner che è diventato uno dei nuovi simboli della produzione vitivinicola altoatesina, si deve soprattutto agli aromi molto intensi che si ottengono con le uve di questa varietà. I grappoli del Kerner, spargoli, di media grandezza, spesso alati e conici, hanno acini di una colorazione inizialmente giallo-verdognola, che a maturazione completata tende al giallo rossastro. Una caratteristica di questo vitigno è l’elevato tenore zuccherino che, però, è sorretto da un buon grado di acidità.
Lo spettro aromatico comprende il mandarino, il melone, la passiflora, la melissa e la salvia. Le posizioni più idonee sono quelle esposte al sole a una quota compresa fra 600 e 900 metri sul livello del mare.

In alto i calici. Prosit!
Giuseppe Casagrande - [email protected]

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