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«La solidarietà tradita» ha un seguito, stavolta positivo

Il sindaco di Cetraro e il sindaco di Trento d’accordo nel chiudere una brutta pagina di storia con un gesto di riavvicinamento

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L’inchiesta di Maurizio Panizza sull’aiuto ai terremotati di Calabria del 1905, ha recentemente ottenuto un esito positivo.

L’Amministrazione Comunale di Cetraro – paese in cui venne allora costruito un villaggio con i fondi del Trentino-Sud Tirolo e del Veneto – ha organizzato per il prossimo anno una grande festa in segno di riconoscenza nei confronti delle città che a quel tempo si mobilitarono generosamente.
In questo articolo, la risposta del Sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, che a nome della comunità trentina ha accettato l’invito.

Qualche settimana fa il nostro giornale pubblicò l’esclusiva inchiesta del giornalista Maurizio Panizza in merito ad un fatto accaduto 112 anno orsono.
L’articolo, che è sempre disponibile a questo link, trattava, come qualche lettore ricorderà, la ricostruzione degli avvenimenti accaduti all’indomani del tragico terremoto di Calabria del 1905, per il quale si mosse immediatamente la solidarietà del popolo trentino e di quello veneto.
Diversi Comitati di aiuto ai terremotati, sorsero allora spontanei nel Trentino-Sud Tirolo austriaco, così come si mobilitarono le città di Verona, Padova e Venezia assieme ad altri centri minori della provincia di Treviso.
Tutti assieme, in poco tempo raccolsero 174.137 lire, un’ingente somma per quel tempo, con la quale si decise di realizzare un «Villaggio Veneto-Trentino» nel piccolo comune di Cetraro, per destinarlo alle famiglie più colpite dal sisma, quelle dei marinai e dei pescatori.
 

Vagoni come case per i terremotati.
 
Dopo alcuni anni di pratiche burocratiche e di lavori da parte di una squadra di muratori veneziani, nel 1910 il villaggio venne finalmente concluso.
Esso consisteva in 18 palazzine a due piani con annesso il relativo orto, più una scuola e una chiesa.
Purtroppo, però, le rivalità all’interno dell’Amministrazione comunale locale che già avevano rallentato il regolare prosieguo dell’opera, si manifestarono ancora più accese nel momento di consegnare le case agli aventi diritto.
Una campagna stampa denigratoria prese poi di mira sia chi aveva costruito quelle case, sia coloro che avrebbero dovuto abitarle, per cui ben presto si arrivò alla situazione paradossale dove nessuno sembrava fosse più intenzionato ad accettare il frutto della solidarietà delle popolazioni del Nord.
Uno smacco per chi aveva tanto lavorato a quel progetto, in particolare per l’ingegner Beppe Ravà, delegato esecutivo del Comitato, un veneziano dal cuore grande che già dall’inizio aveva tenuto i contatti fra il Trentino, il Veneto e la Calabria.

 
Lavori di costruzione del Borgo sono appena iniziati: direzione maestranze e operai in un capannone dove venivano approntati i blocchi di cemento per le casette.

Così, la generosa vicenda che sino dalla premessa pareva delineare un lieto fine, negli anni successivi si trasformò, invece, prima in un vergognoso scarica-barile, poi in un abbandono delle case fino al 1926, anno in cui – ben lontana dal concederle ai poveri - l’Amministrazione comunale decise di venderle ai benestanti del paese, a chi, insomma, poteva permettersi di pagarle.
Ora però possiamo anticipare che, nonostante tutto, una notizia positiva è arrivata in questi giorni.
Si tratta dell’invito del Sindaco di Cetraro trasmesso a quello di Trento per riallacciare quel filo interrotto più di 100 anni fa.
Una mano tesa nel nome della stessa solidarietà, che la prossima estate dovrebbe portare in Calabria per una grande festa tutti gli amministratori delle città che allora parteciparono alla raccolta di fondi.
Per il momento Cetraro ha ricevuto la risposta positiva del Sindaco di Trento, Alessandro Andreatta.
Si aspettano ora le conferme delle altre città del Nord.
 
La lettera del sindaco di Trento Alessandro Andreatta.

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