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Storie di donne, letteratura di genere/ 484 – Di Luciana Grillo

Daniela Piretti, «Balla coi libri - 50 anni di controcultura fra passato e presente, Marcello Baraghini si racconta a Daniela Piretti» – Un dialogo vivace e scanzonato

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Titolo: Balla coi libri. 50 anni di controcultura fra passato e
            presente. Marcello Baraghini si racconta a D. Piretti

 
Autrice: Daniela Piretti
Editore: Iacobellieditore, 2023
 
Pagine: 208, illustrato. Brossura
Prezzo di copertina: € 18
 
Con Daniela Piretti, in un dialogo vivace e scanzonato, ma mai banale, conosciamo Marcello Baraghini e la sua Stampa Alternativa: «Mi ero fatta l’idea che Stampa Alternativa pubblicasse facendo attenzione soprattutto ai contenuti dell’opera. Non è così.»
Baraghini è nato ribelle, si identifica «con un contadino d’altri tempi, un comunista, uno dei tanti anonimi eroi della Resistenza», festeggia con Daniela un capodanno in libreria, con tante persone che «ci fanno i complimenti per la nostra idea di rimanere aperti in una notte come questa», racconta i suoi primi anni a Roma quando «tornavo a casa in lacrime: l’italiano non lo conoscevo e i monelli mi prendevano in giro per il mio dialetto che non capivano» e quando la madre, «pur di non mandarmi alla scuola pubblica, faceva sacrifici estremi per racimolare i soldi della mia retta».
 
Era un ragazzo giovane, dai capelli lunghi, un radicale un po’ romantico, sicuramente un sognatore.
Convinto che la letteratura avesse il compito di far scaturire pensieri liberi, spesso in rotta di collisione con il sentire comune, Marcello inventa i «Millelire», testi validi, brevi, che costavano come un caffè e che piacquero tanto ai giovani e ai meno giovani. Invitavano a leggere i classici, anche con testo a fronte, come la «Lettera sulla felicità» di Epicuro.
A Daniela Piretti, Baraghini racconta la sua vita, il lavoro di correttore di bozze, la mansarda non lontana dalla Fontana di Trevi, «una soffitta da bohemien, sospesa sui tetti di Roma» dove ospitò Pannella e Cicciomessere, la prima marcia antimilitarista italiana da Milano a Brescia, Bergamo, Vicenza, poliziotti e obiettori… e poi la seconda marcia, sempre accanto a Pannella, mentre a Parigi il maggio diventava rivoluzionario e la Cecoslovacchia veniva invasa, gli incontri con Ferruccio Parri, la nascita del Manifesto, e tanto altro ancora.
 
Con un salto, si arriva al 2020, a Bologna compaiono le Sardine e nel mondo si diffonde la pandemia e si parla di quarantena: meglio tornare al passato, ai «primi vagiti di Stampa Alternativa», al successo testimoniato da vendite in crescita – fino a 160.000 copie in tre anni per un testo sugli anticoncezionali, – alle denunce e persino a un mandato di arresto per aver commesso reato di opinione, reato cancellato per volontà di Sandro Pertini.
Ma lo spirito provocatorio era sempre presente, divenne un cult, ad esempio, il «Manuale per la coltivazione della marjuana», come il fascicolo «La scienza contro i proletari», pubblicato nel 1973 e «La politica dello stupro: grida piano che i vicini ti sentono»; inoltre Stampa Alternativa promuoveva la diffusione di musica di qualità e organizzava manifestazioni e concerti per favorire la legalizzazione della marjuana e dell’aborto.
 
Varie sono le vicissitudini di Baraghini e della casa editrice, che viene però ricordata anche in tempo di pandemia con il Festival della letteratura resistente a Pitigliano, quando Baraghini ricomincia a fare l’editore, seguendo la sua antica passione: libri d’arte in basse tirature, la collana «Fiabesca», il costo moderato: si va da Hesse a Pinocchio, da Stevenson ad Alice e poi, finalmente, i «Millelire», Depero e Stendhal e per Baraghini incontri sorprendenti – Maurizio Costanzo e Lucio Battisti, fra gli altri, – successo editoriale, libri non più venduti per strada ma nelle librerie; «Millelire» citati anche nell’enciclopedia Garzanti! autori prestigiosi, Alda Merini, Albert Hofmann, Goliarda Sapienza, e persino un poeta della canzone, Sergio Endrigo…
 
Gli anni ’90 però segnano la fine dei «Millelire» per la concorrenza di altre case editrici e di un marketing spietato che valorizza autori noti e testi commerciali; Marcello ha coraggio, valorizza gli «scrittori analfabeti» a cui dedica persino un festival, in contrapposizione con il pomposo festival della letteratura di Mantova, mentre tra il 2006 e il 2012 realizza la Mostra Mercato di Sorano con la presenza di autentici artigiani artisti, di spettacoli per bambini e vari laboratori… Ma il successo è sempre fonte di invidia, per cui dopo sette anni la mostra torna a dedicarsi al cibo, al ballo liscio, al vino.
 
E dunque, altri ostacoli, la creazione di una libreria «con lucchetto» e ancora covid… dopo il covid, la guerra, «qualcuno ha detto che la letteratura non riesce più a stare al passo con i tempi che viviamo… siamo sopraffatti dagli eventi…», ma la controcultura non cede il passo, a poca distanza da piazza di Spagna si parla di «Arte dell’underground, le forme e la diffusione della controcultura italiana e internazionale dagli anni ’70 a oggi» e Marcello sostiene con forza che «Il fumetto è letteratura».
Con un rave party la storia si chiude, o forse no… «è questo un buon punto di partenza per non concludere la narrazione».

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)


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