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Storie di donne, letteratura di genere/ 511 – Di Luciana Grillo

Luisa Martinelli Stelzer, «La mia DDR. La mia amica al di là della Cortina di ferro». Anche l’autrice ha picconato il Muro per portare a casa frammenti… di storia

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Titolo: La mia DDR. La mia amica al di là della Cortina
            di ferro

Autrice: Luisa Martinelli Stelzer
Editore: Curcu & Genovese Ass. 2023
 
Pagine: 176 illustrato. Brossura
Prezzo di copertina: € 18
 
Dopo la seconda guerra mondiale, la Germania fu divisa e nel 1949 vennero proclamate le due repubbliche tedesche indipendenti: la BRD, Repubblica Federale Tedesca, a ovest, e la DDR, Repubblica Democratica tedesca, a est, che subiva l’influenza sovietica.
Dunque, due Germanie contrapposte: a ovest il capitalismo occidentale, il benessere, la ricchezza, dove tentavano di trasferirsi gli abitanti della zona orientale.
Per impedire un esodo, il governo della DDR costruì il famoso Muro che chiudeva completamente Berlino ovest.
 
In questa terra cosiddetta «democratica», tutto era accuratamente tenuto sott’occhio da «persone che hanno il compito di controllare che nessun estraneo indesiderato entri in contatto con i giovani comunisti… nessuno sa chi abbia il ruolo di controllore, potrebbe essere chiunque nel gruppo, anche gli amici più cari».
L’autrice, che si trovava in Germania per motivi di studio nel 1987, entra in contatto con Anke, una ragazza dell’est, e comincia a rendersi conto di quanto poco sia «democratica» la DDR. Tra Luisa e Anke l’amicizia è spontanea, cominciano a scambiarsi lettere e Luisa spedisce generosamente pacchi-dono, anche giocattoli e materiale scolastico per Daniel, il figlio di Anke.
 
«In un ambiente grigio e monotono, i quaderni, le matite…, distolgono l’attenzione dei compagni… tutti vogliono toccare le meraviglie che Daniel ha portato con sé. Allora la maestra l’ha punito e gli ha proibito di portare in classe quei “diabolici oggetti inutili”».
A un anno di distanza, Luisa va con la sua piccola auto a Weimar, Germania est, per un corso e decide di andare a trovare Anke.
Intanto, comincia a conoscere l’Est, a esplorare la città di Weimar e la vita che si conduce in questo Paese, dove molti generi alimentari scarseggiano, dove la cioccolata è un surrogato e i reggiseni sono merce rara.
 
E dove «andare in Occidente è il desiderio più o meno segreto di quasi tutti quelli che abbiamo conosciuto…» e «una regola di vita della casalinga è “Innanzi tutto mettersi in coda, poi chiedere che cosa c’è”».
Dunque, è necessario esercitare l’arte della pazienza! Perciò due colleghe, Petra e Inge, si chiedono: «Come possiamo dedicarci allo studio e realizzare gli ideali socialisti, se siamo costrette a perdere gran parte del nostro tempo a fare un’infinità di code per il bisogno materiale?».
Anche Anke, quando finalmente Luisa va a trovarla, nel mostrarle la casa incompleta, dice che «aspettare e pazientare è una virtù molto coltivata nel Paese».
 
L’incontro fra le due amiche di penna è emozionante per entrambe. Anke ha radunato tutta la sua famiglia e messo in tavola leccornie per altri introvabili, in onore dell’amica occidentale, l’accoglienza è veramente affettuosa.
E l’amicizia, nata quasi per caso, è diventata sorellanza.
Poi, a Weimar, la vita tra albergo e Istituto riprende, tra una colazione semplice e la possibilità di telefonare: «anche il telefono, al pari della macchina, è considerato un bene di lusso».
 
Il gruppo di corsisti è diventato solidale, si parla, si scherza, si critica il regime comunista, si sottolinea che trovare semplici pezzi di ricambio è un’impresa ardua! Petra sorride dicendo che da otto mesi aspetta l’idraulico! Se l’idea comune, all’Ovest, era che la donna dell’Est fosse più libera ed emancipata, in realtà l’emancipazione vuol dire solo lavoro… «ciò non significa che abbia raggiunto la parità dei diritti…».
La visita al campo di concentramento di Buchenwald mette in evidenza il fatto che la DDR abbia preso le distanze dai nazisti, perché le loro prime vittime erano stati i comunisti che, opponendosi al Nazismo, avevano denazificato il Paese, ma si dimentica che i sovietici occupanti avevano imprigionato proprio lì gli antistalinisti!
 
Il pensiero di Luisa va poi a Berlino Ovest, città moderna e ricca, vetrina di un Occidente opulento dove, proprio nel novembre 1989, la Storia cambiò il suo corso: lì, mentre il Muro della Vergogna cadeva sotto le picconate dei berlinesi dell’est, l’autrice e i suoi colleghi con le loro classi picconavano per portare a casa i frammenti… Sentivano tutti «di far parte di un momento molto importante della Storia».
Segue poi il processo di unificazione, l’amicizia fra Luisa e Anke continua e si consolida in Italia, quanto ai tedeschi, «per la seconda volta in questo secolo devono sperimentare quanto sia difficile fare i conti con il passato di una dittatura».

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)


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