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Storie di donne, letteratura di genere/ 512 – Di Luciana Grillo

Clarissa Goenawan, «Watersong» – Romanzo coinvolgente che conferma le grandi qualità della scrittrice

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Titolo: Watersong
Autrice: Clarissa Goenawan
 
Traduttrice: Viola Di Grado
Editore: Carbonio Editore, 2023
 
Pagine: 320, Brossura
Prezzo di copertina: € 17,50
 
Quando ho letto «Il mondo perfetto di Miwako Sumido», ho subito il fascino dell’autrice, giovane e così giapponese, dall’esposizione misurata, dalla scrittura scorrevole e controllata.
Clarissa Goenawan è capace di raccontare una storia lasciandola sempre come sospesa tra l’ieri e l’oggi, celando alcuni fatti e sottintendendoli, stimolando così l’interesse e la curiosità di chi legge.
 
Fin dall’inizio aleggia sulle vicende che riguardano Shoji una predizione che ha a che fare con l’acqua sia relativamente a nomi di donne, sia ad eventi drammatici di cui Shoji è stato testimone: «Sì, acqua. Troppa acqua. Acqua nera e torbida. Molta oscurità».
C’era acqua complice della morte di un cuginetto, c’è acqua nei nomi di tre donne importanti per lui, Yoko, «figlia del mare», Mizuki, «acqua» e Liyun, «nuvola»…
 
Da Fukuoka, Shojin va a Tokio, poi da Tokio si trasferisce ad Akakawa per seguire Yoko, e anche se il suo sogno sarebbe stato di diventare giornalista, per non perdere Yoko si adatta a fare «l’ascoltatore»… incontra il signor Sato, ascolta Mizuki, le sue giornate si tingono di giallo quando un incendio brucia l’appartamento che condivideva con Yoko: è costretto a fuggire senza poter attendere Yoko e a Tokio ricomincia a vivere ospitando Liyun e coltivando la speranza di ritrovare Yoko.
 
Nel passato di Shoji c’è tanto dolore, come un incubo gli ritornano alla mente la figura di suo padre, le violenze subite e sempre nascoste «…aveva ripetuto la bugia più volte… Sono caduto… Sono stato sbadato, diceva con un sorriso.
«Un sorriso idiota che aveva iniziato presto a odiare e che lo aveva perseguitato per anni».
Sapeva che, se aveva mentito, era perché amava sua madre che avrebbe voluto cancellare quel passato «…è successo tanti anni fa…tuo padre ha fatto ciò che riteneva giusto per te… forse non è perfetto, ma ti vuole bene. Siamo una famiglia, dovremmo essere comprensivi gli uni con gli altri».
 
Shoji, anche da adulto, non dimentica e non perdona. Avrebbe voluto solo che la mamma lo proteggesse: «Non hai fatto nulla per fermarlo. Mi hai chiesto di mentire sulle mie ferite…».
E non dimentica neanche la profezia, sa che Mizuki aveva una sorella gemella morta annegata, così come il fratello di Liyun… acqua, acqua, acqua.
«E Yoko ama l’acqua, a Tokio andava all’acquario appena possibile e, quando lui finalmente la ritroverà, con l’aiuto di Liyun, scoprirà che lavora al Museo di Scienze Oceaniche di Kisejima, anzi che è la Direttrice di questo Museo dedicato alla vita marina e alla biodiversità.»
 
Sarebbe facile immaginare un lieto fine, Shoji pensa che vivranno insieme, invece Yoko è ferma nella sua decisione: «Sei molto dolce, Shoji, ma il nostro tempo è finito… Solo perché ci amiamo ancora non significa che dobbiamo stare insieme. Le persone vanno e vengono, ma possiamo fare tesoro dei bei ricordi che abbiamo. Non è questo il senso della vita?»
 
Yoko sa che un uomo, non un innamorato, la vuole tutta per sé. Per Shoji non c’è più nulla da fare. La profezia aveva parlato chiaro.
Romanzo coinvolgente che conferma le grandi qualità della scrittrice… aspettiamo il prossimo e auguriamo a Clarissa tutto il successo che merita.

Luciana Grillo - l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)


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