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Storie di donne, letteratura di genere/ 288 – Di Luciana Grillo

Brunella Schisa, «Non essere ridicola» – Un romanzo che si legge velocemente: la storia coinvolge e chi legge vuol sapere come andrà a finire

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Titolo: Non essere ridicola
Autrice: Brunella Schisa
 
Editore: Giunti Editore 2019
Genere: Narrativa contemporanea per adulti
 
Pagine: 300, Brossura
Prezzo di copertina: € 13
 
Con un piglio da giornalista esperta e dinamica, Brunella Schisa ha scritto un romanzo che si legge velocemente, sia perché la scrittura è piacevolmente scorrevole, sia perché la storia coinvolge e chi legge vuol sapere come andrà a finire.
La protagonista è Emma, una bella ed elegante signora sulla sessantina: ha un marito che la ama con passione, una figlia che spesso la contesta, un capo un po’ burbero – Francesco – ma corretto e riconoscente per come lei svolge i suoi compiti, un gruppetto di amiche con le quali un giorno alla settimana pranza, racconta, ascolta.
 
Sembra una donna fortunata… fin quando, per caso, scopre che il marito, da un anno, ha una relazione con una donna molto più giovane.
Il mondo le crolla addosso, la figlia l’accusa: «Non sei mai dalla mia parte! Papà non è così. Sa ascoltarmi. Tu riempi le stanze del suono della tua voce. Bla, bla, bla, parli e non dici niente!».
Emma capisce che Giulia ha ragione, lei «era concentrata soltanto su se stessa, si crogiolava nella depressione. Godeva a farsi trattare come una malata approfittando della pazienza delle amiche e di Francesco».
 
Vorrebbe scomparire, non ascolta i consigli delle amiche che le suggeriscono di rivolgersi a un avvocato, a una veggente, a una psicologa, ecc. ecc.
Il lavoro di organizzatrice di eventi in una bella libreria – svolto sempre con competenza e successo – non la distrae dal suo dolore rabbioso.
Deve comunque continuare a confrontarsi con il titolare, più pronto all’ascolto che al dialogo, ricevere scrittrici e scrittori, autori di saggi e libri di ricette, da Romana Petri (recensita in questa rubrica) al famoso chef De Vignancourt – accompagnato da Gaetano Cappelli (capace di «tirare fuori al divo dagli occhi di ghiaccio un’insospettabile autoironia»), da Marco Malvaldi a Erri De Luca… e tanti altri.
 
L’odio per Pietro, l’infedele, e per la sua nuova donna non scema, nonostante qualche incontro affettuoso con il primo ex marito e con un affascinante «musicista quarantenne dalla faccia maschia e dagli occhi scurissimi».
Emma ricorre a farmaci per rasserenarsi, aggredisce malamente Pietro durante un incontro, rifiuta di parlare con l’amante di suo marito che le chiede aiuto per lui che «…è depresso, sta male…».
 
Mentre di mese in mese Emma ricomincia a vivere, Pietro riappare, contrito al punto giusto… e qui mi fermo per non sottrarre alle lettrici e ai lettori il piacere di leggere come questa storia andrà a finire.
La conclusione è spiazzante, anche se qualche lieve, lievissima anticipazione affiora fra le righe.
Mi piace chiudere questa recensione con un pensiero di Eleanor Roosevelt: «La donna è come una bustina di tè. Non sai quanto è forte fino a quando non la metti nell’acqua bollente».
 
Luciana Grillo – l.grillo@ladigetto.it
(Recensioni precedenti)

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