Trento Film Festival: proclamati i vincitori delle Genziane
«Donde los árboles dan carne» dell’argentino Alexis Franco Genziana d’oro Miglior Film

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La resistenza solitaria e tenace di un gaucho argentino e della sua famiglia ha colpito la Giuria internazionale del 73° Trento Film Festival, che ha assegnato al film «Donde los árboles dan carne» di Alexis Franco (Argentina, Spagna, Stati Uniti/2024/72') la «Genziana d’oro Miglior film - Gran Premio Città di Trento».
Il film «Donde los árboles dan carne» prodotto da Roberto Minervini, racconta la lotta di Omar, un allevatore argentino, per tenere in vita le sue mucche di fronte a un lunghissimo periodo di siccità, contando solo su se stesso e sui forti legami d’amore della sua famiglia.
Questa la motivazione della Giuria
«Con uno sguardo intimo e rigoroso, ma altrettanto potente, Alexis Franco ci conduce nel cuore della Pampa argentina, dove diverse generazioni affrontano le conseguenze della desertificazione e la dissoluzione di un mondo che sembrava immutabile.
«Il regista compone un film sospeso tra finzione e realtà: un neo-western umanista che decostruisce e reinventa il mito maschile del gaucho, restituendo dignità e fragilità a una comunità che resiste senza retorica.
«La narrazione si sviluppa tra gesti quotidiani e paesaggi aridi, evocando un’epica silenziosa che interroga il nostro rapporto con la terra e con il tempo.»
Si aggiudica la «Genziana d’oro Miglior film di alpinismo - Premio del Club alpino italiano» il film «Adra» di Emma Crome (Regno Unito/2023/53’), un film che «ci accompagna in un’avvincente avventura attraverso la storia, la cultura e la comunità del Galles del Nord, uno dei centri più vibranti al mondo per l’arrampicata.
«Questo film cattura l’essenza, il cuore e l’anima dell’arrampicata, dal suo spirito ribelle fino al modo in cui unisce le persone e dà loro un senso di appartenenza.
«Siamo trasportati nel paesaggio diversificato del Galles del Nord e questo film ci fa desiderare di andarci e magari condividere la cordata con alcuni di quei personaggi eccentrici.
«Ma soprattutto, ci ricorda che, anche se le corde e i moschettoni possono essere utili per l’arrampicata, non bisogna mai dimenticare lo stile.»
La Genziana d’oro «Miglior film di esplorazione o avventura - Premio Città di Bolzano» è andata al film «All The Mountains Give» di Arash Rakhsha (Iran/2023/90').
«Non tutti hanno il privilegio d’intraprendere viaggi difficili solo per il piacere di farli, – ha affermato la Giuria internazionale. – Vogliamo rendere omaggio ad Arash Rakhsha, regista, direttore della fotografia e montatore del film, che all’inizio della sua vita è stato costretto dalle circostanze a diventare lui stesso un contrabbandiere, ma che poi ha sviluppato da autodidatta eccezionali abilita tecniche di filmmaker e ha trascorso sei anni a filmare la dura vita dei suoi amici contrabbandieri.
«Condivide i loro viaggi pericolosi e ne ritrae, in modo intimo, la vita familiare e i sogni di un futuro migliore che svaniscono.
«Ammiriamo il contributo poliedrico del regista e la colonna sonora suggestiva e inquietante che, come regista e montatore, ha sapientemente integrato.»
La «Genziana d’argento - Miglior cortometraggio» è andata invece a «Anngeerdardardor» di Christoffer Rizvanovic Stenbakken (Groenlandia, Danimarca/2025/19’).
«Per la sua rara capacita. di intrecciare delicatezza narrativa, forza visiva e autenticità, raccontando con uno sguardo puro e sincero l’isolamento e il desiderio di connessione di chi si sente diverso.
«Un racconto intimo che diventa universale.»
Il «Premio della Giuria» è stato assegnato a «The Wolves Always Come at Night» di Gabrielle Brady (Australia, Mongolia, Germania/2024/97') con questa motivazione:
«Fin dalle prime immagini, la regista Gabrielle Brady costruisce una visione ipnotica, immergendoci nella vita quotidiana di una famiglia mongola.
«Con una profonda sensibilità e uno sguardo intimo e umanistico, crea un film ibrido che intreccia scene di finzione, realizzate in collaborazione con i protagonisti stessi.
«Con un ritmo narrativo costante e profondo, Brady alterna momenti del lavoro quotidiano, come il pascolo delle pecore, a istanti di gioia familiare intima.
«Non esita a mescolare la felicita. spensierata con il peso del dramma, come si vede quando Davaasuren, il padre, scopre che una tempesta di sabbia ha ucciso gran parte del suo gregge, o quando è costretto a vendere il suo amato cavallo per trasferirsi in città.
«Il personaggio lotta interiormente con l’incertezza del futuro e il suo profondo attaccamento all’ambiente circostante, e noi spettatori lo accompagniamo in quel viaggio emozionale.
«La stranezza di un ambiente urbano, nuovo e ostile, consente al regista di inserire una nota poetica: il ritorno del cavallo amato in una sequenza onirica e simbolica che lascia intravedere un barlume di speranza in mezzo allo sradicamento.»
Il Premio «T4Future», istituito dal Trento Film Festival nel 2022 ma per il primo anno diventato un alloro ufficiale, va al corto animato «Tête en l'air» del francese ReFmi Durin (Francia/2023/11').
La giuria, composta da studenti degli Istituti secondari di secondo grado del trentino, ha scritto:
«Tête en l’air ci ha colpiti, oltre che per la grafica curata, per il messaggio che lancia, che invita ad osservare anche le cose più piccole che altri ignorano.
«Si tratta di un corto adatto a tutte le età: i più piccoli possono lasciarsi coinvolgere da una storia di per sé intrigante, mentre gli adulti possono cogliere i significati più profondi che vi si nascondono, apprezzandolo ancora di più.»