Storie di donne, letteratura di genere/ 586 – Di Luciana Grillo
Antonella Lattanzi, «Capire il cuore altrui - Emma, Flaubert e altre ossessioni». L’autrice ci ha parlato di Emma regalandoci un libro che non morirà mai

Titolo: Capire il cuore altrui. Emma, Flaubert e
altre ossessioni
Autrice: Antonella Lattanzi
Editore: HarperCollins Italia, 2024
Pagine: 176, Rilegato
Prezzo di copertina: € 18
Antonella Lattanzi confessa di aver letto e riletto «Madame Bovary», di avervi trovato «la realtà, e dentro la realtà ci sono il tangibile e l’intangibile, c’è ciò che si vede e ciò che non si vede, c’è la disperata necessità che esista un divino a consolarci, a risarcirci almeno un po’, e la consapevolezza che l’universo è di per sé spietato, e non ha alcun interesse per te».
E sostiene che questo è «un libro libero. Spietato come l’universo… un libro… pienissimo di compassione per l’umano… è un libro sul nulla, è vero, è completamente vero. Ma quando l’hai finito… tutto ti parla di lui».
Riporta poi i commenti di Henry James, Julian Barnes e Nabokov, commenti che l’hanno colpita.
James racconta di aver letto quasi per caso il romanzo di Flaubert, allora intitolato «Madame Bovary: costumi di provincia». Descrive il luogo in cui si trovava, un salottino illuminato dal sole, un caminetto francese e comprende che «tutto fa parte della storia per me, così come la storia fa parte di loro».
Barnes aveva quindici anni quando ha letto questo romanzo che «aveva la reputazione di essere un libro piccante; dopo tutto, era stato incriminato per oltraggio alla pubblica morale…». Jules forse era troppo giovane per capire quel sottile erotismo che scorreva fra le righe, «ma qualcosa rimase di quella mia diligente lettura: se non altro, la disponibilità a riprendere in mano l’autore in una data futura».
Efficace quanto sintetico il giudizio di Nabokov: «La giovane Emma Bovary non è mai esistita, il libro Madame Bovary esisterà in eterno. Un libro vive più a lungo di una giovane donna».
E torniamo all’autrice che, riferendosi a Charles, si chiede: «Ma chi di noi vuole sapere di non essere amato dalla persona che ama?... Capisco Charles Bovary… Un uomo che ha tutti i difetti del mondo. Che non è capace di fare niente. Che è pavido e non ammette l’evidenza. Che darebbe tutto – tranne Emma – per continuare la sua esistenza sonnolenta e abulica per sempre. Che non è riuscito nemmeno a diventare medico ma soltanto un ufficiale sanitario… Charles con la sua cecità coatta».
Ed Emma? È una donna libera che, tradendo il marito, «vuole sollevarsi dal quotidiano, dal confortevole, dallo scontato, dal ripetitivo… Lo spirito di ribellione verso la serenità, la normalità, che aleggia dentro Emma Bovary nasce con lei. Anzi, nasce prima di lei. Nasce con l’essere umano. E, di sicuro, non muore con lei».
E’ libera anche nello scegliere di morire, «e sceglie l’arsenico… non un romantico lasciarsi morire tra i flutti, lasciarsi precipitare da una rupe. Sceglie di viverla, la sua morte, fino all’ultimo», libera di vivere una lunga agonia.
Lattanzi ci ha accompagnato sulla strada di Emma con infinito amore, esaltando il genio dell’autore che, come ha scritto Nabokov, ci ha regalato un libro che non morirà mai.
Luciana Grillo - [email protected]
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