Storie di donne, letteratura di genere/ 594 – Di Luciana Grillo

Rossella Milone, «Il primo desiderio» – Un bel romanzo, scritto con abilità consumata e veramente coinvolgente e intrigante

Titolo: Il primo desiderio
Autrice: Rossella Milone
 
Editore: Neri Pozza, 2025
Genere: Narrativa italiana femminile
 
Pagine: 304, Brossura
Prezzo di copertina: € 20

 
La protagonista assoluta di questo bel romanzo è Isabel, a cui si affiancano altre figure femminili, a cominciare dalla mamma Teresa, «radiosa in quei giorni… se ne andava in giro per il campo… pacificata e calma… Era l’Africa… dove la percezione del tempo poteva dilatarsi all’infinito», a Wangari, l’amica più o meno coetanea del campo, che sembrava padrona di quel luogo selvaggio, a cui Isabel dava una mano per sostenere l’orfanotrofio di Malindi, e poi dalle altre lasciate e ritrovate in Italia, al suo paese, Cremano.
 
Diverso il rapporto con suo padre Mario, che si preoccupava di vederla crescere e temeva il momento in cui l’avrebbe perduta. 
Era uno studioso, si occupava di animali in via di estinzione, scattava foto e riempiva taccuini, salvava uccelli, viaggiava e scriveva, oppure di notte, fuori dalla tenda, sorvegliava le due ragazze che sgattaiolavano dai loro giacigli per parlare nel buio.
 
Passano gli anni, Isabel si allontana dai suoi e dal paese ma, quando ritorna, incontra subito Cori, il suo primo ragazzo, ormai adulto, prossimo a sposare Matilde che «non era la più brava a giocare a pelota, perché era sempre stata alta, florida, un culo ampio e di marmo. Era lenta… inciampava… però aveva una perfetta battuta di inizio». 
A turno, Isabel e Matilde erano le fidanzate di Cori.
 
Tra le altre amiche, c’era Sandra che si lascia vivere e vorrebbe morire, che si muove a fatica, che aspetta qualcuno che le massaggi le gambe; avrebbe voluto andar via da Cremano – come Isabel – ma le era mancato il coraggio.
Anche Rosa è un personaggio interessante, una giovane donna che faceva la domestica in una casa di «signori» e cercava di accontentare la piccola (e capricciosa) Isabel. 
 
Quando tornava a casa, nel cosiddetto Bronx, dove si viveva in palazzoni anonimi, dove l’elettricità mancava spesso, incontrava Fabio, detto il Vichingo, che l’aspettava sotto casa e una sera le chiese un favore…
 
Cecilia, sorella di Cori, sceglie di andare al nord, dove tutti la chiamano “forest” e si meravigliano se, a Natale, non torna dai suoi: «E i tuoi non ti aspettano? – Ma voi montanari non siete famosi per la discrezione e per la riservatezza? – E voi meridionali non siete famosi per la nostalgia di casa e il bisogno di raccontare a chiunque i fatti vostri?». 
Non scende al sud, diventa amica di Evelina e Fabiola, conosce Manuel, si muove a bordo di un’Ape, partecipa alla festa del turista…
 
L’autrice si muove con scioltezza fra luoghi e tempi diversi, ci porta a Dublino insieme a Matilde che va a trovare suo figlio Luca in quella città dove lui «aveva sempre sentito una specie di pace, dentro quel viale, in mezzo a quelle case semicieche, e apprezzato la quiete della strada che sbucava sul fiume… lui era cresciuto in una città di mare… vicino era il vulcano… Luca ricordava il suo occhio scuro puntato su di lui come una lente d’ingrandimento, a scrutare tutti i suoi movimenti, le sue intenzioni».
 
Sua moglie Carmen qualche volta dice che vorrebbe andare via, per far crescere la loro bimba – Coraline – in un luogo meno angusto, più vivo. 
A Carmen e a Coraline Matilde ha portato dei doni, loro la ringraziano, le sorridono, l’abbracciano; Luca le chiede: «Anche stavolta, vero? Sei venuta qui non per me, o per incontrare tua nipote. Ma per lasciar perdere… tu invece di parlare con papà te ne sei venuta qui». 
Luca ha capito, Luca sa, Luca è andato via da una casa in cui nulla si diceva, nulla si discuteva…
 
Infine, incontriamo Bianca e Lea, la figlia e la nipote di Isabel e persino Auryn… «una calamita. Chiunque adocchiasse il suo corpo solido e curvilineo doveva avvicinarsi a lei. Restare in contemplazione…». 
Chi è Auryn lo scoprirà chi leggerà questo bel romanzo, scritto con abilità consumata e veramente coinvolgente e intrigante.
 
Luciana Grillo - [email protected]

(Recensioni precedenti)

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