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Giornata Mondiale del libro e del Diritto d’Autore, 23 aprile

Se si comincia a leggere, si diventa librodipendenti… Ma si sta bene, è una dipendenza che arricchisce! – Di Luciana Grillo

Ogni anno, quando si avvicina il 23 aprile, vorrei riprendere fra le mani tutti i libri letti dall’aprile precedente e costruire con essi una torre alta, scegliere quelli che mi hanno dato di più, sfogliare pagine e pagine… il libro è veramente un tesoro, ha un suo odore, una sua personalità, una sua identità irripetibile, si accosta ad altri libri senza confondersi, perché diversi sono i colori, i caratteri tipografici, lo spessore, l’altezza.

Anche l’anno scorso dedicai a questa giornata un breve articolo, ricordai che il 23 aprile è il giorno in cui sono morti Shakespeare, Cervantes, Garcilaso de la Vega e che l’Unesco, dal 1995, aveva voluto dare visibilità a editori, autori, librai e biblioteche.
In realtà, c’è una tradizione che affonda le sue radici in Spagna, anzi, per essere precisi, in Catalogna: correva l’anno 1923 e come sempre si celebrava il santo protettore, san Giorgio, che aveva visto nascere delle rose dal sangue del drago appena ucciso.
L’omaggio di una rosa alla donna amata era ricambiato con il regalo di un libro. Perciò Barcellona e l’intera regione diventavano, quel giorno, fiorerie e librerie all’aperto.
Allora i librai decisero di offrire una rosa a ogni donna che avesse comprato un libro.
Non so se in questi tempi di pandemia si possa essere fedeli alla tradizione…
 
Oggi, la lettura va ancora incoraggiata, a partire dai bambini ai quali sono rivolti libri accattivanti, illustrati, utili perché si crei l’abitudine alla lettura, prima attraverso la voce dei genitori o dei nonni, poi in maniera autonoma.
Recentemente mi è capitato di leggere due libri molto carini, scritti dalla virologa Ilaria Capua: in tempo di pandemia, cosa può essere più utile di un piccolo libro che spiega l’uso della mascherina (vedi) o di un altro che racconta con approccio scientifico la storia dei virus?
 
Anche un altro autore per bambini e ragazzi mi torna in mente, è Gianluca Caporaso, creatore di storie curiose e di versi assai piacevoli.
Dopo averlo ascoltato, in un pomeriggio d’estate, lo definii «il funambolo delle parole» (vedi).
E naturalmente bisogna pensare agli adolescenti, che sono probabilmente un anello debole della catena.
Si sa che la didattica a distanza non favorisce i rapporti umani, che i ragazzi, non potendo uscire, tendono a chiudersi nei loro spazi dove il computer può essere usato liberamente, lontano da ogni controllo.
Per tutti questi motivi vanno invitati a leggere, a scoprire mondi nuovi, partendo da Harry Potter e tornando ai classici, a Verne, a Stevenson, a London.
Forse qui va fatto un discorso di genere, per le ragazze vanno bene le avventure, ma la saga di Piccole donne, accompagnata dalle Lettere della Alcott da poco pubblicate (vedi) o la storia vera di Malala (vedi) sicuramente possono essere una scoperta interessate.
 
E per gli adulti?
Infiniti possono essere i suggerimenti, diversi per genere letterario (romanzo, racconti, saggio, silloge di poesia) e per colore (nero, giallo, horror, avventura, eccetera)… in base alla mia esperienza di lettrice, devo dire che ricordo con piacere un originale racconto sul ’68 di Arosio e Maimone (vedi), la storia della Meneghina di Pino Loperfido (La manutenzione dell’universo), quella del Regno del Sud di Carmine Pinto (La guerra per il Mezzogiorno) o il racconto ironico della vita di un medico di Guido De Filippo (vedi).
 
E poi, c’è la letteratura di genere, quella che di settimana in settimana cerco di raccontare nella rubrica «Storie di donne».
Ho recensito saggi, romanzi, biografie, mi sono stupita leggendo la vita di Franca Valeri, (Zappa Mulas), incuriosita scoprendo gli anni ’60 nel Regno Unito di Silvia Albertazzi, ho scoperto la grandezza di Almudena Grandes, la profondità di Annie Ernaux, la grazia di Lisa Ginzburg, il mondo dei ceceni di Anais Llobet, il dolore e il freddo raccontati da Marieke Lucas Rijneveld, la leggerezza di Stefania Nascimbeni, il Medioevo di Chiara Frugoni, l’America profonda di Jennifer Pashley, l’effervescenza di Isa Grassano, l’eleganza di Amélie Nothomb e su tutte, ancora una volta, compare Margaret Atwood, autrice straordinaria per i temi che affronta, mentre hanno confermato le loro ottime qualità giovani autrici come Gabriella Kuruvilla, come Sara Rattaro e Cristina Caboni che ho avuto il piacere di conoscere e presentare al Trentino Book Festival di qualche anno fa.

Se si comincia a leggere, si diventa librodipendenti… Ma si sta bene, è una dipendenza che arricchisce!

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