Il punto sulla Cittadella Militare in costruzione a Mattarello
Riportiamo le motivazioni del comitato contrario alla costruzione e dell'ing. Zanoni, il dirigente provinciale incaricato alla realizzazione
Nei giorni scorsi abbiamo avuto uno
scambio di opinioni con Fabrizio Demattè, uno dei promotori del
comitato contrario alla costruzione della Cittadella militare a
Mattarello.
Ci era giunto un comunicato, che non abbiamo pubblicato perché
secondo noi non era preciso nei contenuti.
Lo abbiamo detto agli interessati e ne è seguito un dibattito via
e-mail. Poi abbiamo fermato il tutto per procedere alle verifiche
di alcuni aspetti che erano emersi.
Ma cominciamo con la pubblicazione della corrispondenza
intercorsa.
Questo il comunicato
Quanti milioni di euro intende spendere la Provincia autonoma di
Trento in spese militari? Quanti ospedali potrebbero costruire i
nostri missionari? Quanti insegnanti potrebbe avere la nostra
scuola?
Nei giorni della celebrazione degli aiuti internazionali dati dal
Trentino a missionari ed organizzazioni non governative è
importante porsi questa domanda.
Giovedì mattina 30 settembre, il consiglio sarà chiamato ad
esprimersi su alcune perplessità sul progetto di costruzione di una
nuovissima cittadella militare per 1600 persone sopra 27 ettari di
vigneto e meleto.
Finalmente dopo 3 anni di azione popolare, democratica e
squisitamente nonviolenta, il comitato spontaneo di cittadini nato
a Mattarello, vede discutere di alcuni argomenti un consiglio
prevalentemente all'oscuro di quanto sta succedendo.
Sette consiglieri provinciali di diversi schieramenti chiedono di
vederci chiaro in una mozione.
Quanti consiglieri sono a conoscenza che la PAT avrà a suo carico
una spesa stimata di 217 milioni di euro per costruzioni militari?
Quanti consiglieri sanno che lo scambio con lo Stato, tanto
sbandierato, ha già ora un passivo di 80 milioni di euro senza che
i lavori siano iniziati veramente?
Quanti consiglieri sanno che un progetto di cittadella militare non
ha subito una Valutazione impatto ambientale?
Quanti delle migliaia di persone coinvolte in organizzazioni
umanitarie sanno che la PAT intende destinare in edilizia militare
100 volte quello che destina in cooperazione internazionale.
Il comitato spontaneo di cittadini nato a Mattarello alle 9.30
sarà sotto la sala del Consiglio Provinciale (piazza Dante) per
ribadire l'attenzione della cittadinanza sul progetto e ritirare
quella delega in bianco che ha permesso deviazioni dal bene
comune.
Il comitato invita quei cittadini che si sentono depredati della
necessaria trasparenza a presenziare alla piccola
manifestazione.
Comitato spontaneo nato a Mattarello contro la cittadella
militare.
Riferimenti:
Franco Tessadri 328 0181714
Fabrizio Demattè 3407783803
Questa la mail mandata in risposta
Non pubblichiamo il vostro comunicato perché riporta due cose non
veritiere.
La prima è che la Provincia ha fatto un contratto con lo Stato, per
cui effettua un cambio merce per avere le proprietà militari in
cambio della costruzione del nuovo carcere di Spini e della nuova
cittadella militare di Mattarello.
A lavori ultimati una commissione super partes stabilirà i
rispettivi valori della transazione e di conseguenza verrà
pareggiato il conto in termini monetari.
La seconda è che la legge impedisce espressamente la valutazione
dell'impatto ambientale sia per la costruzione di un carcere che
per una cittadella militare.
Al di là dei comprensibili risentimenti locali per insediamenti
indesiderati, non troviamo pertinenti le motivazioni addotte per
contestare le iniziative in questione.
Guido de Mozzi.
Direttore dell'Adigetto.it
La risposta non si è fatta attendere
Mi permetto di correggerla invitandola a leggere l'allegato alla
delibera Pat 791 alleg. 5 aprile 2008 dove si esprime apertamente
la volontà di assumersi 80 milioni di euro come contributo alla
finanziaria nazionale.
I terreni li avremmo potuti avere gratuitamente secondo il dl 495
21-12-1998 a fondamento dell'autonomia che richiama direttamente la
costituzione dell'autonomia. Non è chiara la dinamica per cui si
debba pagare ed è vergognoso che nessun giornalista abbia
minimamente indagato sulla questione.
L'articolo 6 del dl 152 2006 esenta le opere di interesse di
difesa nazionale ma l'articolo 10 impone una valutazione
caso per caso e un decreto interministeriale ambiente
difesa che se ne assume le responsabilità.
TALE DECRETO NON ESISTE!
La pregherei di documentarsi ulteriormente, sono a disposto a
passarle tutte le informazioni e documentazioni se avesse voglia di
andare oltre la soglia del sentito dire che copre di dei buchi
mostruosi dove pochi hanno osato addentrarsi.
I risentimenti non sono tanto nei confronti dell'arroganza
dimostrata dal presidente quanto nell'ignoranza di chi da per
scontato quello che viene deciso senza andare a fondo.
L'esercito è al servizio della popolazione e non il contrario.
Cordiali saluti
Fabrizio Demattè
Questo lo scambio successivo tra noi e Fabrizio Demattè
NOI: Insisto col dire che per quell'installazione
militare e per il carcere è impossibile procedere alla Via.
DEMATTÉ: Legga l'articolo 10 dlgs 152/2006
NOI: Non c'è il decreto? Verificherò quello che ha
detto, ma nel frattempo provi andare lei a dire al Ministero che
non può fabbricare la cittadella perché manca la Via.
DEMATTÉ: Non è compito mio farlo ma quello dei
nostri delegati, ma per l'esattezza dal 2005 per accordo stretto
tra Grisenti e Geniodife tutti i lavori sono passati in gestione
alla PAT quindi è la Pat che sta eseguendo i lavori al di fuori
della legalità.
Se insiste con il dirlo dovrebbe motivarlo con qualche norma
altrimenti vale il testo unico ambientale 152/2006 con le opportune
esenzioni.
Ciò che mi irrita è che da 3 anni andiamo a dimostrare con serate
rigorosamente documentate quanto asseriamo e nessuno ha saputo
ribattere mai di un punto nemmeno i 7 consiglieri che hanno
proposto una mozioni in voto domani.
Quello che noi vorremmo è che i consiglieri fossero informati
veramente e che possano esprimersi su una cosa che è ben diversa da
quella proposta dal patto del 2001 (Accordo di programma quadro) e
che va ben oltre il pareggio dei conti tra il dare e l'avere.
Il segreto di Stato e la somma urgenza sono stati usati in maniera
frettolosa e nessun partito ha osato chiedere maggiori lumi.
Il sistema di deleghe tra comune- provincia- giunta - ing. Zanoni
ha fatto smarrire il controllo pubblico su di un'opera
gigantesca.
Una zona dove l'Adige esonda con una circolarità di 100 anni già
oggi non ci sarà più lo sfogo e i territori più a valle e più a
monte avranno maggior pericolo.
La legge sulle servitù militari del 78 ancora in vigore permette
all'esercito di imporre limitazioni di vario titolo nel circondario
a suo insindacabile giudizio, informando il Sindaco.
Queste e decine di altre piccole questioni non sono state
affrontate nelle sedi preposte ed è proprio questo che
chiediamo.
Democraticamente.
Saremmo ben lieti di esser smentiti su tutti i punti ma nessuno ha
avuto, seppur invitato, la volontà di farlo.
C'è stata una gran confusione mediatica sulla vicenda, dovuta in
parte alle infiltrazioni di anarchici ed altri gruppi che non hanno
mai voluto ragionare sugli argomenti. Il nostro sforzo di cittadini
autonomi e semplici è invece andare sugli argomenti.
Ci possono essere interpretazioni delle leggi, ma in molti punti
sembra che le cose più lampanti siano state ignorate.
Un paese che riceve 35 milioni di euro in espropri non è lucido per
riflettere sul futuro ma ubriaco di danaro.
Fabrizio Demattè.
Qui abbiamo fermato la corrispondenza e siamo andati a verificare un po' il tutto con l'ing. Alessandro Zanoni, citato da Dematté, che è il responsabile del Progetto Speciale Grandi Opere Civili della Provincia autonoma di Trento. Nella fattispecie, il Carcere di Sipini e la Cittadella militare di Mattarello. |
Le precisazioni dell'Ing. Zanoni
«Anzitutto il quesito del Via. - Risponde l'ing. Zanoni. -
Il Governo rimanda alla normativa statale, che prevede
installazioni di serie A e di Serie B, qualificate per legge a
seconda della rilevanza. Per queste ultime il Governo può decidere
una valutazione d'impatto ambientale (e anche il titpo di
procedura).
«Ma la Cittadella di Mattarello è classificata di interesse
strategico primario, per cui non è assolutamente soggetta ad alcuna
valutazione. La segretezza è stabilita da un decreto del 2005 e da
uno del 2006, che stabiliscono sia l'urgenza che le misure di
segretezza dell'installazione militare.»
«Per quanto riguarda il passaggio gratuito delle pertinenze -
prosegue Zanoni, - esso è possibile in certe precise circostanze,
come quelle che si sono verificate per le ex caserme Bresciani.
Dopo cinque anni di assoluta mancanza di utilizzo, sono passate
alla Provincia.
«Le altre sono ancora in pieno funzionamento, in attesa della nuova
sede. Quibndi per averle dobbiamo pagarle. L'accordo sottoscritto
tra Provincia e Ministero della Difesa prevede lo scambio seguito
da conguaglio non appena terminati i lavori, al prezzo corrente di
quel momento.»
Alla nostra domanda sulle grandezze dei valori che si vanno
delineando, Zanoni ci ha risposto che i terreni delle caserme sono
stati valutati sui 260-270 milioni e che con ogni probabilità il
Ministero dovrà darcene la metà in più. Ma dipenderà tutto dalle
perizie asseverate fatte a lavori ultimati.
«Quanto alla possibilità di esondazioni, - precisa - il
termine è improprio. È vero che ogni 100 anni si verificano
inondazioni [non esondazioni - NdR] che si ripercuotono in
quel preciso territorio. Deve accadere che l'Adige vada in piena e
che le acque che scendono a Mattarello trovino difficoltà ad essere
assorbite a valle.
«È accaduto all'aeroporto Caproni nel 2000, quando il canale di
scolmamento ha trovato difficoltà di scarico a valle. Nel caso
dell'area della Cittadella Militare, ciò che si può verificare sono
dei fontanazzi [getti d'acqua che si aprono dal terreno come geyser
- NdR] dovuti alla pressione dell'acqua che scende a valle.»
«Un'osservazione finale, - conclude l'ingegnere responsabile del
progetto. - La Provincia proverà a verificare se sia possibile
ridurre la superficie necessaria, come è avvenuto per le abitazioni
dei militari. Ma dipende esclusivamente dal Ministero.
«Io capisco che 28 ettari siano una grande superficie e capisco le
lamentele di chi ci vive vicino. Ma sfido chiunque a trovare un
posto nella valle dell'Adige che non sia coltivata con viti o
alberi da frutto di pregio.»
Chi vuole aggiungere qualcosa al dibattito può farlo
scrivendo a g.demozzi@ladigetto.it,
f.dematte@infinito.it.
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